commenta
Leonardo Bonucci contro tutti nel riscaldamento, ma poi in campo è il primo a sbagliare. E affondare. Il capitano ad interim della Juventus aveva già percepito dal riscaldamento che quella contro il Lione potesse essere delle notti più brutte della stagione e così ha strigliato platealmente i compagni fin dal pre partita, prendendosela soprattutto con Matuidi, per un atteggiamento non giusto per le notti di Champions. Il francese reagisce con la faccia stupita e una risposta a mezza bocca, allargando le braccia come a dire: "Stai dicendo a me? Non sono certo l'ultimo arrivato". Il racconto della situazione non è così chiaro nemmeno dopo le parole dello stesso Bonucci, che spiega:  “Non ho ripreso Matuidi, gli ho detto che la squadra la fa anche chi sta fuori, si respirava che qualcosa non era acceso anche negli undici titolari. Serve fare squadra anche in queste piccole cose che fanno la differenza”. Caso o litigio a parte - sono fatti che spesso e volentieri fanno parte della quotidianità di uno spogliatoio - questo è il sintomo di un nervosismo presente, della mancanza di una totale sicurezza e concentrazione, percepibile in tutta la rosa, anche nei suoi cardini. Anche nelle partite più importanti. 

SBAGLIA BONUCCI - C'era tensione e la Juve si è sciolta sotto il peso nelle delle sue incertezze e probabilmente è caduta nel vortice di quel nervosismo latente che le urla di Bonucci hanno reso pubblico. Ed è proprio lo stesso Bonucci, si diceva, il primo a sbagliare. Se è vero che certe cose rappresentano la quotidianità di uno spogliatoio, è lì che si devono risolvere, come alla Juve è sempre stato. Mai far trasparire la propria vulnerabilità, è quasi un dogma, anche a costo di dire qualche bugia bianca o di ingoiare un rospo in più. Bonucci, invece, in una deriva di autorità da senatore bianconero alza la voce, ma non la concentrazione. Il primo pallone che la Juve tocca passa dai suoi piedi e si tramuta in un lancio totalmente fuori misura, sintomo di una serata storta appena cominciata. Lento nella circolazione, spesso fuori tempo e fuori misura, si fa guidare da De Ligt e rischia di combinare una frittata clamorosa perdendosi Ekambi per una distrazione. Una di quelle che possono costare caro. La concentrazione latita, la prestazione anche e la Juve cade. Forse con quell'urlo nel pre partita, smodato e mal rivolto, avrebbe dovuto (o voluto) richiamare se stesso...