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Leonardo Bonucci, ospite di 'A raccontare comincia Tu', si racconta a un'intervistatrice d'eccezione: Raffaella Carrà. Di seguito, tutte le sue dichiarazioni raccolte da IlBianconero.com.

FRATELLO - "Dicevano che mio fratello Riccardo fosse più bravo di me, o almeno questo sostenevano gli addetti ai lavori".

CENTROCAMPISTA - "Dovevo avere i piedi buoni, come Pirlo. Poi mi sono portato questa dote qualche metro dietro". 

SOGNO - "Volevo essere un'icona del calcio, ho sempre avuto questo sogno".

MILAN - "Ogni viaggio finisce con un ritorno a casa".

IN NAZIONALE - "Nella partita dell'Italia sono stato un fratello maggiore? Sono un po' la chioccia, non c'era Chiellini, mi aveva abbandonato. Capitano vero? Grazie. Si è creato un gruppo che si sa divertire e che si sa comportare da gruppo. Noi vecchi abbiamo questa responsabilità di portare e far crescere i giovani. Finalmente ci sono. Hanno la gioia? Adesso in Nazionale ti si diverte. Lanci lunghi? Quello devo ringraziare il fatto che giocassi da centrocampista da piccolo. Io non sono Pirlo, ma mi sono portato questa dote qualche metro dietro". 

RISCHI - "Io, da dietro, amo giocare a pallone e sono il primo a far partire l'azione. Quasi in mediana? Col contropiede corro indietro, è un rischio a volte calcolato..."

BALLETTO - "Mi piacerebbe vedere la sala prove. Sono attirato dalla coordinazione, mi affascina in tv".

RAFFAELLA 7 -  Regalano una maglia da gioco alla Carrà. Bonucci: "Volevi il 19? Eh, ma adesso il 7 va di moda. Te la firmo sul numero...". 

GUIDA - "Come Vettel? Mi piacerebbe. Sono padre, poi, soprattutto in centro città vado piano. E poi la moglie urla..."

TORINO - "Mi trovo benissimo, città a misura d'uomo. Siamo fortunati: facciamo il lavoro che ci piace in una città bellissima. I tifosi poi non sono pressanti. Con Cristiano è stata un po' più popolata, ma ci godiamo un minimo di libertà. Dopo le Olimpiadi, lavoro meraviglioso. La zona del centro è molto bella, ci troviamo benissimo".

VITERBO - "Leonardo perché il simbolo di Viterbo è il Leone. Ho due leoni tatuati, uno è Lorenzo e l'altro è Matteo. Ho un bel rapporto con la mia città, mi spiace non andarci tante volte. E comunque è mezza giornata arrivarci, con aereo o macchina, non ho questo tempo. Sono molto legato e quando riesco, riesco ad andare. La festa? Se uno non la vede, non ci crede. Vedi questi campanili altissimi, dai facchini di Santa Rosa, e portano questo campanile in un percorso nella città fino alla torre tutta illuminata. Pesa tantissimo, poi vanno a tratti. Quando la alzano e l'appoggiano è il pericolo vero. Mai portata? Non avevo il fisico... mio zio sì, l'ha fatto. Soprattutto con la Nazionale abbiamo delle partite in quel periodo, diventa difficile andare. I bimbi non l'hanno ancora visto. Aspettiamo Matilda che cresca, poi si organizza un pullmino per andare".

FAMIGLIA - "Non ho una vita semplice, non lo è quella del calciatore. La famiglia ti dà stabilità, ti aiuta nei momenti di difficoltà, che sono tanti in una carriera a questi livelli. Ti ancori a quello che tieni e cerchi di poterti migliorare e di uscire da quel periodo. Ho avuto tanti momenti difficili, la botta arriva pesantissima".

DA MAMMA A PAPA' - "Carattere da mamma, da papà? Anche lui è stato calciatore da piccolo, magari qualcosina l'ho presa. Una parte del mio carattere rispecchia quello di mio padre. Sono attento, curioso, poche parole. Come papà. Mia mamma invece ha momenti in cui prende e va. Fratello? Gli addetti ai lavori dicevano che era più forte Riccardo che Leonardo. Lui si è infortunato più volte alle ginocchia e ha smesso. Lui giocava e io andavo dietro a lui nella squadra di quartiere, vicino casa. Aspettavo che facesse allenamento e giocavo con gli altri. Il pallone è sempre stata la caratteristica di casa. Davo calci a tutti? No, con il cocomero no, che rischiavo. Qualsiasi cosa incontravo sui miei passi la prendevo a calci". 

DON ALFREDO - "E' stato il parroco che mi ha cresciuto. E' stato presente nella mia vita calcistica o non. Coi miei amici ci ritrovavamo all'oratorio, poi le mamme ci venivano a chiamare. Chirichetto? Ci hanno provato ma non ero provato. Non riuscivo a stare fermo. Con un pallone, magari sì...".
Parla Don Alfredo: "Lo vedete così in campo? E' sempre stato uguale. Vederlo giocare mi rende difficile. Vederlo vincere è una grande soddisfazione. Tant'è vero che dico sempre di aver vinto 7 scudetti...".

LORENZO - "Chiamato mio figlio così per Jovanotti. Appassionati della musica e dei testi di Jovanotti. La canzone preferita? 'Il più grande spettacolo dopo il Big Bang', la colonna sonora del matrimonio. Ho l'immagine dei fuochi in testa. La coincidenza è che allo Stadium c'è sempre nei riscaldamenti, e io mi giro sempre dove c'è lei".

JUVENTINO E GRANATA - "Ero l'unico juventino tra gli interisti. Lui gioca coi piccoli del Torino, c'è stato il derby in cui abbiamo messo le due maglie. Gli ho chiesto: 'Vuoi la maglia della Juve? No - mi ha risposto - quella del Toro'. E poi voleva la maglia del Toro con Pogba, ma gli ho detto che non me la poteva fare. Perché? Nella maggioranza erano tutti del Toro. Per gli amici. Il video dell'inno con Lorenzo? Era prima che andasse a scuola, poi l'hanno deviato...". 

BELOTTI - "Con Lorenzo? L'ho portato a cena con Belotti e mi sono fatto perdonare della festa. Con lui ci siamo visti, divertiti e c'è uno splendido rapporto. Quando ero al Milan, Andrea si è tolto la maglia e l'ha regalata a Lorenzo. Quand'è tornato a scuola? E' riservato e timido, magari non si è vantato".

MATTEO - "Tifa Bonucci. Adesso se glielo chiedi, tifa per tutte le squadre. Va dove lo porta il cuore. Il parto? Sì, ho deciso di assistere. Ero dietro le quinte. Foto? Ero imbalsamato, non riuscivo a fare niente. Sono stato d'incoraggiamento. In chirurgia ho fatto il verso del leone, ecco perché ruggisce. Ho parlato con Dio, a quel punto non sei più padrone della situazione, sei nelle mani del destino e di chi se n'è occupato. Sono convinto che tutti abbiamo un destino scritto. Ho preso il suo pupazzetto accanto a lui, e mi sono seduto su una sedia e mi sono detto: 'Se hai deciso così, fallo soffrire il meno possibile'".

L'AMORE - "Mi sono innamorato dopo una vacanza. Per due mesi ci siamo più sentiti che visti, poi non ci siamo piaciuti. Poi però abbiamo continuato a sentirci... una vacanza coi miei amici e continuavo a pensare a lei. E mi sono detto: 'Proviamoci!'".

SOCIAL - "Dopo l'arrivo al Milan sono arrivati molti messaggi. Sono stati ragazzini, rimane il nome e il profilo: vai a vedere e un ragazzino di 14 anni ti insulta. Poi ci sono pure i grandi ed è peggio: sei padre, hai un ruolo nella società... mi spaventa. Mi dico con mia moglie: basta una foto, basta un passaggio a un'altra società e ti ritrovi in questa situazione. Non oso immaginare quando diranno 'il figlio di Bonucci...'". 

INFANZIA - "Sono stato fortunato, ho sempre avuto tutto a un chilometro di distanza. Dalla scuola all'oratorio. Ho scritto che giocherò in Nazionale. Ora sono sulla buona strada, ci sto riuscendo. Tra i migliori al mondo? Il difficile è confermarsi".

GUERRIERO - "E' una sorta di pensiero di chi mi sta vicino, perché voglio sempre giocare, lottare, mai tirandomi indietro. Me l'hanno affibbiato e mi piace". 

TATUAGGI - "Appassiranno i leoni? Invecchieranno con me, li lasceremo insieme. Mia moglie ha detto che dopo il calcio, manterrò un fisico atletico...". 

LA BBC - "Barzagli smetterà. Chiellini? Eh, sta andando avanti con l'età. Il resto? Anche in difesa siamo messi bene. E' normale che i giovani non hanno la nostra esperienza. I giovani prenderanno il nostro posto. Non c'è competizione, mi piace essere d'aiuto così come i grandi lo sono stati nei miei confronti. Chi mi ha aiutato? Buffon sicuro, in Nazionale sono stato con Cannavaro. Non ho avuto l'opportunità di giocarci ma ho apprezzato Nesta. Qui con Barzagli e Chiellini, due mostri. Tutta la mia carriera ho avuto la fortuna di essere ben consigliato. Mi faccio voler bene? Non mi metto filtri, nel bene o nel male. Difficilmente conto fino a 10. Ho imparato un po' con mia moglie...".
Parla Riccardo, il fratello: "E' lì grazie alla sua personalità. Ha avuto una grande reazione in momenti molto difficili della sua carriera e ha fatto bene".

RONALDO - "Maradona-Messi-Ronaldo e io in difesa? Questa è dura. Ho avuto la fortuna e il piacere di allenarmi con Cristiano, mi rendo conto che è veramente difficile da marcare e da capire. E' capace di fare qualsiasi cosa con qualsiasi tipo di pallone a disposizione. Senza dubbio Cristiano è il miglior giocatore al mondo. Messi si sente molto responsabile di quello che succede, a differenza di Cristiano. Che è umile e disponibile. E' il primo che scherza. Ora parla un po' italiano, parla spagnolo con gli altri. Con noi parla inglese... ma adesso anche un po' d'italiano, dai".

UNITED - "L'offerta? Non vi piace girare il mondo? Alla fine sono rimasto a Torino, non mi piace così tanto". 

TOTTI - "Una vera icona, ci siamo beccati più di una volta in campo, diventi diverso in realtà e poi abbiamo passato una vacanza insieme, si poteva ridere e scherzare". 

ESULTANZA - "Non ti piace l'esultanza? Non è un'offesa verso qualcuno, mai stata questa roba qui. Il nostro gruppo di Viterbo ha lo juventino, il laziale, il romanista... da noi si usa questo termine qui, dello 'sciacquarsi la bocca'. Sono anni che lo faccio, da quando sono arrivato alla Juve. Tutti l'hanno presa come un'offesa. Sempre stato un gioco e una scommessa. Quando passai dal Bari alla Juve, i miei amici mi presero in giro e dissero che non avrei avuto in giro. Ora i bambini mi fanno questo gesto qui..."

L'ADDIO ALLA JUVE - "Grande malinteso con Allegri? E' stato l'episodio più eclatante. Nella stagione vivi tanti episodi. Avevamo vissuto tante cose, anche la storia di Matteo. A fine stagione non ne potevo più, pensavo che dall'altra cosa mancasse qualcosa per farmi sentire importante. Ho capito che non ero lucido al 100%. L'anno di Milano è stato difficile ma bello perché sono cresciuto a livello umano. Ritornare è stata una fortuna, ed è stato bello. Ogni viaggio finisce con un ritorno a casa. Qualche chilometro... si scherza". 
Parla la madre: "E' stato un passaggio sofferto, stava bene alla Juve. Abbiamo rispettato le sue idee e l'abbiamo appoggiato. Se era contento lui, andava bene così. Vedevamo un po' di sofferenza, ormai i bambini erano da sei anni a Torino e si erano ambientati. E non riuscivano a inserirsi nella scuola. C'e da dire che Leonardo veniva da un periodo abbastanza sofferto".
Parla il fratello: "Ne ho lette di tutti i colori, quello che più mi è dispiaciuto è arrivato da commenti di persone vicine e pensavo rispettose della scelta. Ho cercato di farmi scivolare tutto giù, altrimenti era finimondo".


BIMBI E CALCIO - "Il video e il messaggio? Purtroppo è difficile far capire che i bambini debbano crescere tranquilli. Tutti i genitori vorrebbero che diventasse un campione. Ce la fa uno su un milione. Dentro di me dico: 'Possibile che a 7 anni dev'esserci già quest'obiettivo?'. Se sarà destino, sarà destino. Per i miei figli come gli altri'. 

HARVARD - "Il complimento di Mou? Sì, portiamo i libri a quelli che studiano ad Harvard. No, sono stati complimenti apprezzati, detti da uno dei migliori allenatori della storia del calcio. In quella partita giocammo bene a livello di squadra e individuale. Con molto piacere. I sacrifici che fai per quei livelli sai che poi vengono apprezzati". 

ALLEGRI E CONTE- "Ci sono sempre delle correzioni tattiche a fine primo tempo, che ti permettono di andare più forte. E' una questione di posizioni in campo, o di giocate. Non ti dà niente di più. A volte succede, ma il più è una correzione tattica. Soprattutto Allegri. Ci sono stati momenti in cui è volato qualcosa. Conte? Tutti gli allenatori hanno i loro momenti. Lui è uno molto carismatico. Per me è stato fondamentale, per l'ulteriore crescita e per avermi permesso di diventare giocatore internazionale. Mi ha esaltato e mi ha dato una mentalità diversa, così come alla squadra. Da ragazzi ti ritrovi con la famiglia e l'allenatore, che a vent'anni può fare tanto. Ti forma il carattere. Nella Viterbese ho conosciuto il mister che mi ha spostato di ruolo e magari da centrocampista non avrei fatto quanto ho combinato da centrale". 

AVVERSARIO - "Il più difficile da fermare? Ce n'è uno che ho sofferto tanto. Zapata dell'Atalanta. Ho sempre fatto fatica nel reggere il duello. E' successo che un paio di volte abbia segnato".

HIGUAIN - "Il salvataggio? Grazie allo stretching fatto al campo..."

FARE GOL - "E' eccitante quello che succede dopo. Vedere uno stadio che esulta, gente che tira fuori le vene, che urla... è emozionante. Però il mestiere è quello di salvarli. E piace anche a Chiellini".

TIFOSI - "Per noi è bello e importante sentire il calore dei tifosi. Soprattutto in casa. Non è una frase sbagliata che lo stadio ti dà qualche punto in più. Capita che a livello emozionale sia un po' sotto tono. Quello che accade attorno ti aiuta ad accenderti". 

BONUCCIATA - "Quando fai 10 cose giuste e sbagli una. Espressione coniata per la mia voglia di fare qualcosa oltre il compitino. Ma mi stimola a fare meglio".

VINCERE - "L'unica cosa che conta? Purtroppo è così. Dipende tutto dai risultati. E la Juve è costretta a vincere, per questo è diversa dagli altri. Ti rendi conto che il pareggio non è consentito".

LA JUVE - "Qui devi essere bravo prima come uomo, poi diventi personaggio pubblico e devi sapere stare al mondo e in questo mondo. E' un attimo rovinare la reputazione tua e della società che investe tanto su di te. Devi attenerti a quelle regole e rispettarle, devi stare nel gruppo. Problemi nel gruppo? Ce ne sono ovunque, non è tutto rose e fiori".

AGNELLI - "Il presidente è squisito. Sempre disponibile e parla tanto con noi. Un lungimirante. Ormai abbiamo lo stadio di proprietà da nove anni. La gioia? Lui per la Juve è importantissimo, ci tiene tanto".

MANCINI - "Mi fece esordire nel 2006, un momento che non dimenticherò mai. Con lui mi trovo molto bene in Nazionale".

SCARAMANZIA - "No, magari sono abitudinario. Faccio certe cose durante gli allenamenti e durante le partite. Lo faccio sempre, a prescindere da come vanno le cose. Il messaggio? Prima di uscire la chiamo, in pullman le mando un messaggio e tutte le volte ci scriviamo". 

SCHERZI A VIDAL - "Lui è un bravissimo ragazzo, un giocherellone e gli piace stare in compagnia. Ci siamo divertiti nei ritiri. Gli chiudevo la porta a chiave e non bastava... quanti scherzi che gli facevo. Quando va via un compagno? E' il calcio. Facciamo parte di un mondo in cui il cambiamento è dietro l'angolo". 

PER LA JUVE - "Avevo un'offerta importante dalla Cina e ho rifiutato, non l'ho presa in considerazione. Specialmente a quest'età non fa parte del mio pensiero". 

CARTELLINI -  "Negli ultimi anni i difensori sono aiutati dalle regole. Praticamente se causi il rigore cercando la palla, adesso non è giallo. Con Buffon ci siamo detti di non fare l'intervento disperato. Io non tento, la partita è lunga. Undici contro undici puoi recuperare. In dieci è un disastro".

CARICA - "AC/DC? Sì, e anche i Muse. Sempre gli stessi pezzi, quello sì. Vibrazioni che mi caricano. L'ultima è Fighter, in preparazione della partita".

IL 19 - "Ho avuto una persona che mi segue ancora oggi come mental coach. Ha studiato la numerologia e ha detto che il numero designato era il 37 o 19, ed è la data di nascita di Martina il 19. Si ripete parecchie volte. Se sommi la data di nascita di Lorenzo e Matilda è 19, anche Matteo".

FUTURO - "Allenare la Juve? C'è tempo, Allegri stia tranquillo. Ho ancora qualche anno di carriera e prendere i patentini. 10 o 12 anni prima di arrivarci. Penso a difendere, per allenare ci penseremo". 

PREMI - "Tapiro? Dopo la finale con il Barcellona, la stagione partì malissimo. Staffelli lo diede a tutti, serve a ricordarmi di dover tirare qualcosa in più. Quello a cui sono più affezionato? Il 'The Best', la top11 europeo".

PARLA LA MOGLIE 

SOCIAL - "Siamo della generazione poco prima di tutto quello che vuol dire avere i social. Siamo stati presenti su Instagram da subito e ci siamo adattati sin da subito. Se i ragazzini non sono sui social sembra una cosa assurda, vivono dell'immagine attraverso i social".

I FIGLI - "Come l'hanno presa gli altri bambini l'arrivo di Matilda? Sono stati tutti molto contenti, l'hanno chiesta e la volevano. Li abbiamo preparati, hanno scritto una letterina alla cicogna. Una femmina ci voleva. Continuare? Io dico basta".

LA SCELTA - "L'ho scelto perché era alto. Non riuscivo a trovare un fidanzato più alto di me. Mi sono detta: 'Adesso me lo tengo'. Lui è un ragazzo difficile, bisogna conoscere qualche chiave di volta...".

STADIO - "Prima andavo sempre, anche in trasferta con gli amici. Adesso è più complicato, sono abituati che io sto con loro. La partita in tv? Sempre, l'accendo. I bambini? La guarda, assolutamente. Ha un Gallo per la testa...". 

CONOSCIUTI - "Ci siamo conosciuti per coincidenze a Viterbo. Ci siamo incontrati e non ci piacevamo, però sentivo di dover continuare nella conoscenza. Seguirlo a Bari? Eravamo stati un anno in cui lui era prima a Treviso e poi a Pisa... io sono una di pancia, o la va o la spacca. Nel tempo, qualcosa avremmo dovuto fare. Prendere o lasciare, ci assomigliamo. Fatta la prova, n'è valsa la pena".

QUANDO LA JUVE PERDE - "Prova a lasciare la Juve fuori, è bravo. Non fa scenate, è bravo e negli anni è diventato sempre più bravo. L'esperienza insegna".

MODELLA - "Sì, mi sono divertita. E ho approfittato della mia altezza. Ma non era il mio mondo... Lavoro? Muoversi con dei bambini è difficile, farli ci si mette comunque un attimo. Nella coppia qualcuno deve rinunciare a qualcosa, sposando altri valori. Ho fatto questo passo indietro per farlo uno in avanti nei suoi confronti".

MATTEO - "Non mi fa fatica raccontare. Quando ne parlo, con amiche o persone nella situazione, dico che è stato un dono. Ci ha aperto gli occhi su quello che non ci aspettavamo. Eravamo a Formentera, aveva 2 anni, e mai avremmo pensato di dover affrontare una situazione del genere. Un pericolo di vita. Ci siamo trovati in un momento in cui nostro figlio era in pericolo. Ti crolla tutto. L'abbiamo saputo quando siamo tornati, c'era qualcosa che non andava. Siamo rientrati prima di fare la seconda parte di vacanze. Non si poteva aspettare... ci siamo imbarcati in quest'avventura. Adesso ha un bel carattere, i bambini sanno essere consapevole. Viziato? No, però sa come ottenere quello che vuole. Sa perfettamente ciò che è successo e fa leva su qualcosa".
Parla la mamma di Leo: "Mi arrivò la telefonata di Leonardo, siamo partiti subito da Viterbo e siamo andati. Ma non sono mai andata in profondità, soffrivano entrambi tanti. Di conseguenza, anche tutti noi".

PARLA ANCHE CHIELLINI
SEMPRE VOLENTEROSO -
"Non ho giorni in cui non ho voglia di lavorare. Ci sono giorni in cui non hai voglia di correre. Adesso vado a scaldarmi, anche il massaggio? Eh, son vecchietto".