La domanda alla quale noi e tutto il popolo bianconero avrebbe diritto a ottenere una risposta sincera e plausibile è persino banale: fino a che punto è stato Bonucci a forzare la mano per andarsene e fino a che punto la società ha tentato di convincerlo perché cambiasse idea? Fino a questo momento neppure il campione interessato ha voluto esternare il proprio pensiero. Evidentemente troppo occupato a respirare la sua prima aria milanista e a salutare i suoi nuovi tifosi che stanno già impazzendo per lui non ha ancora trovato il tempo per dire la sua e per giustificare in qualche modo la clamorosa scelta professionale. Neppure Marotta e Paratici o chi per essi, però, hanno mostrato quella trasparenza che tutti gli juventini, in subbuglio per l’evento, meriterebbero.
Un silenzio inquietante che non rende minimamente merito allo stile della società bianconera e che consente ai “nemici” di formulare ipotesi anche disfattiste sul clima pensante che si starebbe respirando oggi in casa bianconera. Prima Dani Alves che praticamente scappa dicendo a Dybala “Vieni via dalla Juve, se puoi”, ora Leonardo Bonucci che va alle dipendenze del Milan per finire come Bernardeschi il quale tentenna (non la Fiorentina ma lui). Ovviamente i tre casi non son paragonabili. Ma è proprio il fatto che la Juventus abbia perso uno fra i suoi giocatori simbolo, appena trentenne e per una cifra ridicola visti i prezzi di mercato correnti, che spinge verso cattivi pensieri. Urge risposta immediata, di mercato e non, per cancellare odiosi e pericolosi equivoci.