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La Juventus ricomincia la caccia allo scudetto lunedì 6 gennaio, quando alle 15 affronterà il Cagliari all'Allianz Stadium. Tra i tanti doppi ex di questa sfida c'è anche Roberto Boninsegna, che ai nostri microfoni ha presentato una partita che per lui è sempre un po' speciale.

Come vede questa nuova Juve?
"E' una grande squadra. Credo sia la più completa, quella da battere. Sarri è un po' in confusione, ma l'organico è fortissimo".

E' ancora la favorita per lo scudetto?
"Credo proprio di sì, è ancora un gradino sopra l'Inter. I nerazzurri devono comprare un vice Lukaku nel mercato invernale per completare l'organico, a quel punto potrebbe lottare per vincere il campionato".

Come giudica l'acquisto di Kulusevski?
"E' un ottimo giocatore, un ragazzo giovane che senz'altro farà vedere buone cose in futuro. La Juventus non ne aveva bisogno nell'immediato ed è rimasto a Parma, ma in prospettiva è un gran talento".

Che idea si è fatto della gestione di Mandzukic?
"Inconcepibile che un ragazzo serio, che ha fatto tanti gol giocando sempre bene venga trattato così. Non so come possa essere successa una cosa del genere, vista da fuori sembra una situazione strana. Forse è successo qualcosa che noi non sappiamo".

Che partita si aspetta contro il Cagliari?
"Non sarà una partita semplice perché i rossoblù stanno facendo un gran campionato, ma la Juve gioca in casa e se schiera tutti e tre gli attaccanti titolari penso che per il Cagliari sia complicato fare punti".

Quindi semaforo verde per il tridente?
"Assolutamente. Ronaldo, Higuain e Dybala sono tre giocatori troppo importanti, se fossi l'allenatore li metterei sempre. Non capisco perché Sarri si ostini a levare il Pipita, che è il giocatore più importante della Juve".

Chi sarà l'uomo decisivo lunedì?
"Secondo me Dybala. Quando gioca in casa l'argentino fa sempre la differenza".

Antonio Conte ha vissuto una situazione simile alla sua passando dalla panchina della Juventus a quella dell'Inter. Cosa prova in quei momenti il diretto interessato?
"Io sono stato costretto ad accettare questo passaggio perché ai tempi erano le società che decidevano. Pensavo di essere una bandiera dell'Inter, ma ho dovuto accettare la decisione della società che mi aveva venduto. E alla fine devo ringraziare chi li ha convinti a vendermi, perché in tre anni alla Juventus ho vinto due scudetti, una Coppa Italia e una Coppa Uefa".