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Barbara Bonansea si racconta ai microfoni di Juventus TV:“Ho pensato spesso al fattore familiare tra noi calciatrici. Se penso a noi che eravamo al Mondiale penso che tutte avevano e hanno una famiglia importante che le ha seguite, quindi penso sia un po' il filo conduttore di noi ragazze che abbiamo combattuto per arrivare dove siamo arrivate, quando sei piccola non puoi combattere da sola. Mio papà mi accompagnava al campo, mia mamma mi lavava le cose, mi accompagnava negli spogliatoi quando ero da sola, penso che è un po' la storia di tutte noi calciatrici. Quando eravamo piccole era difficile che un genitore dicesse: ‘Voglio portare la mia bambina a giocare a calcio’. Era più una cosa che veniva da noi. Personalmente, mio fratello giocava a calcio e io andavo a seguire i suoi allenamenti. Per caso l’allenatore un giorno mi disse ‘Vieni anche tu a fare l’allenamento con noi, perché devi sempre stare a guardare, tanto sei sempre qua’. Una sera sono andata a vedere un saggio di danza e mi era piaciuto. Mi sono iscritta, mia mamma era felicissima ma dopo tre mesi si accavallavano gli allenamenti e quindi ho detto ‘No, io devo giocare a calcio e basta’”.
 
INIZI – “Con quelli della mia età facevo l’esterno alto e con quelli più grandi il difensore. Crescendo ho fatto più ruoli, anche l’esterno del 3-5-2 che mi ha fatto imparare l’arte del difendere e stare più concentrata. Poi qua alla Juve al primo anno ho sempre giocato esterno nei tre d’attacco, l’anno scorso abbiamo deciso di giocare più interne, dietro la punta, e mi è piaciuto molto. Ero più nel vivo del gioco e credo di essere cresciuta da questo punto di vista. Correvo tanto da piccola e quindi giocato esterno. E’ stata un po' la mia fortuna. Con gli anni ho migliorato anche la tecnica”.
 
STAGIONE – “Sarà la più bella del calcio femminile. Dopo questi mondiali e il seguito che abbiamo avuto…tanti ci seguiranno e tutti vorranno fare bene per farsi notare. Poi secondo me sarà un’annata molto competitiva. Le squadre si sono rinforzate e anche le straniere di livello si interessano al calcio italiano. Secondo me sarà ancora più difficile dell’anno scorso riconfermarci. Sarà un anno tosto ma secondo me molto divertente”.
 
RITIRO – “E’ stato un po’ diverso perché siamo diventate un po' più famose. Non mi aspettavo tanta gente a vedere i nostri allenamenti, sono molto contenta. Poi però è stato bello, naturale e genuino come due anni fa. Abbiamo sudato e ci siamo divertite come due anni fa. Tutto uguale solo un po' più importanti”.

INFORTUNIO – "Non ho sentito male, ho sentito crack e quando senti crack c’è poco da fare. Mi sono subito resa conto. Ho pianto più per lo spavento perché non avevo tanto male, non potevo appoggiare il piede ma non ho sofferto tanto. Ci sta, prima o poi può capitare, me lo prendo e cresciamo anche con questo. Quando ti infortuni devi porti anche degli obiettivi ma io non voglio mettermi pressione. Penso più a contare i giorni che passano e fare le cose giuste, non voglio avere nessuna ansia. Ho ancora dentro la passata stagione, sono sempre stata molto concentrata, è stato un anno pesantuccio, questo infortunio mi rilassa un po' in confronto all’anno scorso, mi libera la mente e quello che viene viene. Non sono molto espansiva ma quando serve si sente che ci sono e sono felice che le mie compagne si siano fatte notare quando avevo bisogno. Il mister mi ha detto di tornare presto. Io lo spero, ci vuole tempo come in tutte le cose, farò in fretta…ma con calma”.

SALVAI – “Mi ha insegnato a usare le stampelle perché non ero capace, con Rosucci ho vissuto i suoi infortuni, un po' di cose le ho imparate. Mi sta molto vicina perché sa cosa si passa. Io ci metto meno, il mio infortunio è meno grave dei suoi ma sono felice che mi stia vicino. Sa cosa si prova e che c’è bisogno di qualcuno vicino che ti alleggerisca le giornate. Siamo un bel gruppo, penso che nello sport di squadra il gruppo dove una persona tiene all’altra davvero ha qualcosa in più. Fai fatica in più per un’amica che è per te in campo. Con Rosucci mi lega anche la stessa strada sportiva perché ci siamo conosciute al Torino, lei è andata al Brescia un anno prima di me. Abbiamo vissuto insieme e questo ci ha fatto legare tanto, poi siamo venute quei, insieme nella squadra del nostro cuore. La nostra amicizia è nata per il calcio ma si è ampliata fuori. Siamo amiche da oltre 10 anni. Prima della nascita della prima squadra vedevo queste ragazzine vestite da Juve e gli dicevo: ‘Fossimo nate 10 anni dopo, ora saremmo lì, pensa che fortuna hanno queste bimbe’. Poi un anno dopo è nata la prima squadra. Quando è arrivata la chiamata ero molto contenta”.

CANZONI – “A parte Thunderstrack non può cambiare, poi abbiamo una playlist di squadra. Io ne ho una di quando vado a vedere il campo, vado verso una porta e poi l’altra e ascolto sempre “Five more hours” che è una canzone da discoteca, non ha significato particolare ma mi carica, questo è uno dei miei riti. Quando guardo il campo mi immagino le azioni e mi concentro, quando ascolto la musica penso a quello che devo fare e mi aiuta a concentrarmi. Per me non è un lavoro e sono fortunata perché svegliarsi la mattina felici di allenarsi non è semplice, per un lavoratore vorrebbe dire: ‘Sono felice di lavorare’. Sono felice e non credo che per me diventerà mai un lavoro. Fino a quando lo farò così io non smetterò, quando mi peserà sarà quando metterò la parola fine”.

PUBBLICO – “Juve-Fiorentina allo Stadium è stato tosto. Già quando ce lo hanno detto ho pensato fosse figo, poi quando hanno iniziato a vendere i biglietti…Non capivo più niente quando mi hanno detto sold out. Non ho ansia di solito, ma prima di quella partita…arrivando allo stadio mettiamo l’inno della Juve e io ho pianto per tutto l’inno. È stato super emozionante e anche in campo avrei voluto viverla più serenamente. L’emozione ha fatto la sua parte. È stato bello entrare e vedere tutta quella gente. Spero di poterlo rifare così la vivo più tranquilla. Serata a Bricherasio? È stata strana, ero a casa mia ma non mi sembrava neanche di esserci. Mi guardavo intorno con tutta quella gente lì…avevo amici di vecchia data, parenti e tanti ragazzini. Ho firmato tanti autografi ed è stato bellissimo”.

OBIETTIVI - "Sto cercando di laurearmi in fretta, magari quest’anno ce la faccio. Poi vorrei vedere se in futuro riesco a prendere un posto a livello manageriale visto che sto studiando quello. O nel calcio oppure in qualche azienda, ma preferirei rimanere nel calcio. Ormai sono quasi 25 anni che ci sono, penso che sarà difficile staccarsi”.