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La definizione dei vent'anni è sempre, solo, pura nostalgia. Valeri Bojinov però ha più diritto di tutti a rimpiangere la spensieratezza e la forza di un tempo: lui, a vent'anni, varcava la soglia del centro sportivo di Vinovo. Era il 2006, un anno turbolento, un'estate particolare. Lo prese la Juve, senza sapere in quali condizioni e in che categoria sarebbe finita dopo Calciopoli: ripartì dalla Serie B, alla fine. E il suo nove fu quel talentuosissimo bulgaro pescato da Corvino qualche anno prima. E che oggi, a 33 anni, ha ancora una voglia matta di fare la differenza. 

Salve, Valeri. Partiamo da quell'estate lì...
Ero in Bulgaria. Sei mesi prima potevo andare all'Inter, c'era la possibilità che i nerazzurri mi prendessero. Corvino mi chiama, neanche era iniziato il ritiro. Mi fa: 'Ci andresti alla Juve?'. Gli dico: 'Come no! Subito...'. 

E poi?
Poi mi spiega la situazione: 'Guarda che non si sa se la squadra va in A o in B. Per te sarebbe un problema?'. Non m'interessava: andavo a giocare nella squadra più grande del mondo. Sarebbero rimasti Del Pero, Trezeguet, Camoranesi. Campioni del mondo appena tornati dalla Germania. Non poteva andare in B Valeri Bojinov?

E infatti ci è andato. Ma come ha fatto la sua Juve a diventare 'da B'?
La Juve aveva giocatori che hanno vinto tantissimo, ma il loro unico obiettivo continuava a essere lo stesso: vincere, sempre. I senatori sono rimasti per diventare simboli, idoli. Per scrivere la storia. Non contavano più gli stipendi, i milioni: si trattava di poter onorare questa maglia. La Juventus, la sua tifoseria. Ma quale Serie B, la Juve è la Juve: questo era il loro punto di vista. Penso a Nedved: poteva andare ovunque, è rimasto perché era quella squadra lì. Vedete dov'è ora? Non gioca da tanti anni, la gente lo acclama. Non lo dimentica mai. Scendere di categoria, con questa maglia, aveva un senso. Loro sapevano già come sarebbero andate le cose: volevano essere i simboli della Juventus. 

A proposito di Nedved, vero che eravate compagni di stanza? 
Ero un po' come suo figlio. Per me era un esempio: mi dava sempre i consigli giusti. Cosa fare, come mangiare. Eravamo in camera insieme ed era bellissimo, qualcosa d'impagabile. Auguro a tutti i giovani di fare un'esperienza del genere. Una sera sono andato a mangiare a casa sua, mi ha fatto sollevare il Pallone d'Oro: l'avevo visto dal vivo solo con Sheva a San Siro. Gli faccio: 'Cavolo se pesa...'. E lui mi risponde: 'I giocatori pesanti ricevono premi pesanti. Pensa a quanto peso io...'

E Ibra? 
Un grande. Andò via perché aveva un'altra strada, perché non tutti sono uguali. Pavel scherzava spesso con lui: 'Avessi avuto i tuoi colpi, avrei vinto 20 Palloni d'Oro'. Momenti pazzeschi. Fu lui a lasciarmi la maglia numero nove. 

Quella Juve era comunque piena di giovani importanti...
Sì, c'erano tanti calciatori forti. Giovinco e Marchisio si allenavano con noi. Poi con Sebastian ci siamo ritrovati a Parma e vedevo un ragazzo della Primavera che fa già grandi cose. Per Claudio mi è dispiaciuto: ha avuto tanti infortuni, non meritava di finire così la carriera. Devi prendere una decisione, alla fine. Sono certo che potrà fare tante cose nel mondo del calcio. 

Ecco, il Parma: per lei è stata una rinascita.
Un rilancio. Sono tornato in Italia dopo l'esperienza al City e brutti infortuni. Nove gol in campionato, tanti assist: le emozioni sono state grandissime. Mi hanno dato la possibilità di tornare, e vorrei farlo ancora adesso. Un onore, comunque. 

Juve-Parma come finisce? 
Ho giocato in entrambe le squadre, bellissimi momenti. Può finire in qualsiasi modo, vediamo cosa succederà.

Senti ancora qualcuno dei vecchi compagni?
Via Instagram. Ma sono timido, non voglio disturbare. Ogni tanto Chiellini, a volte Buffon...

Ti aspettavi la longevità calcistica di Buffon?
Sembra un ragazzino. Lui è un signore, ha la forza e la voglia di continuare. E' tornato alla Juve, sta dando una mano. Poi penso: ma se sta bene fisicamente, perché deve smettere? Se dentro ti senti un ragazzino, se vuoi continuare a esserlo, non ha senso finire qui. Conoscendo Gigi, continua a scherzare e ridere con tutti. Gli auguro di vincere la Champions, se lo merita. 

Kulusevski è pronto per la Juve? 
Ha già firmato, quindi lo è. Però la Juve gli vuole dare tempo di migliorare, di alzare il livello. Meglio che sia rimasto a Parma a giocare. Poi non ha fatto la preparazione con Sarri, avrebbe dovuto spiegargli tante cose. Ah, lui poi fa tutto: tira, corre, gioca, pressa. E' completo. Non paragoniamolo a nessuno, però...

Nuovi Bojinov? 
Intanto ci sono io. Mi sto allenando, voglio continuare a giocare. Il calcio bulgaro però ha bisogno di nuovi me, nuovi Berbatov, nuovi Petrov. Qui pensano solo a guadagnare, invece di focalizzarsi sulla crescita del ragazzo. Penso a Vlahovic e Milenkovic: Corvino li ha presi dal nulla. Lui è un maestro in questo. 

Per il futuro?
Mi auguro di stare bene, così come i miei figli. Quel che deve succedere, succederà. Tornare? Se c'è possibilità, bene. Ascolto ogni progetto. Magari torno da procuratore, direttore. Voglio aiutare una squadra anche da scout. 

@CriCor9