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Un tempo erano solo sgroppate. Poi è diventato tanto, tantissimo altro. Il focus sui giovani viaggia in direzione Polonia, dove l'Italia Under 20 sta disputando i Mondiali di categoria. E la prima è stata buona, nel senso che si è vinto, ma soprattutto convinto. Protagonista indiretto di questo piccolo, però importante trionfo è stato Alessandro Tripaldelli. Un'adolescenza alla Juve, una promessa oggi del Sassuolo, una bella certezza del Crotone dopo sei mesi allo Zwolle che hanno portato a un nulla di fatto. 

I NUMERI - Guardi i numeri e ti viene da dire che è un gran peccato. Il fatto che non sia riuscito a totalizzare neanche una decina di presenze, questa stagione, è sicuramente conseguenza dello sballottolamento a cui è continuamente sottoposto. Chiaro, una parte di colpa ce l'ha pure lui. Lui che alla Juve Primavera era un portento e che adesso, magari, con un Mondiale da vivere da protagonista potrà pure ripresentarsi in zona Sassuolo - per la prossima stagione forse orfani di uno tra Rogerio e Lirola (entrambi scuola Juve) - per riprendersi la scena. Toccherà darsi una mossa e lucidare per bene la vetrina. Intanto, nella prima gara ha dimostrato un miglioramento netto, sostanziale. 

CAMBIAMENTO - Contro il Messico, Tripaldelli ha partecipato attivamente alla messinscena di Nicolato: squadra compatta, buon fraseggio in mezzo al campo, specialità della casa affidate a Scamacca e Pinamonti. Poi gli esterni, con Bellanova e Tripa che dovevano alzarsi coi tempi giusti e con la testa a posto. Senza strafare, perché contro la velocità delle frecce verdi non si poteva rischiare, neanche un po'. E Alessandro è stato clamoroso in questo: si è attenuto alla doppia fase con autorevolezza e personalità. Non gli sono mai mancate, ma provate a essere voi stessi a 19 anni mentre vi guarda tutto il mondo. Bravo, dunque. Ma la strada resta lunga e ripida.