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Guillem Balague, biografo di Cristiano Ronaldo parla ai microfoni di Sky Sport: "Lavoro da tanto in questo ambiente, conosco Pep (Guardiola ndr) da tempo. Nel suo anno sabbatico abbiamo portato avanti un progetto per il suo libro ed abbiamo iniziato a conoscerci. Sconfitta in Champions? Sono quattro sconfitte consecutive, ed è una statistica che esiste,c'è. Vediamo alla fine. Sta facendo tantissimo lavoro, ha una squadra migliore dell'anno scorso e certamente lotteranno per tutti i titoli. Vuole che il City diventi grande in Inghilterra ma anche in Europa."

RONALDO - "Pariamo di gente speciale. Si sentono responsabili per il loro lavoro. Hanno passione e vogliono vincere. Ci sono tante cose che li uniscono. Per questo ci sono i miei libri che parlano di Messi, Ronaldo e Guardiola. Tra loro Ronaldo è il personaggio più complesso. Tutti hanno avuti momenti complicati e sono dovuti crescere in fretta. Soprattutto Cristiano ha lasciato casa a 12 anni, non ha avuto un'infanzia né un'adolescenza facile. Lui vuole l'affetto che gli è mancato nella sua adolescenza. Parliamo di gente che sta in alto. E' affascinante sapere come ci arrivano. Ronaldo è Ronaldo grazie alla sua testa. E' complesso e affascinante."

LACRIME - "Nel calcio non si vuole che i calciatori crescano. Ci sono bambini con apparenza dell'adulto. Tutti lo trattano in maniera speciale, quasi come un Dio e Dio castiga, nessuno lo punisce. La sensazione di ingiustizia che ha dopo il rosso di Valencia è un po' come quella del bambino che viene punito dalla mamma. Le lacrime di Ronaldo sono qualcosa di inedito."

CONTRO MESSI - "Ho presentato vari eventi con lui. Quando ho scritto il libro di Messi ho scritto qualcosa che a Ronaldo non è piaciuto e per un po' ci siamo separati. Come biografo ho chiesto cosa ho fatto di sbagliato e mi sono chiesto se fosse il caso di conoscere meglio la sua storia. Nessun avvocato mi ha chiamato, non scrivo cose false. La biografia di Messi era autorizzata, quella di Cristiano come ho spiegato no. All'inizio mi sono sentito un po' strano. Per ogni ostacolo bisogna trovare una soluzione e io volevo spiegare chi fosse Ronaldo. Ho seguito il suo percorso, l'anno scorso la sua biografia è stato il libro dell'anno in Inghilterra. Non ho spiegato una verità assoluta, né la mia né la sua ma ci ho provato."

MESSI - "Il rapporto tra Messi e Ronaldo si è evoluto, non c'era amicizia all'inizio. Poi però il figlio di Ronaldo è fan di Messi, hanno iniziato a vedersi in modo diverso e sanno di aver avuto un cammino simile. Hanno punti in comune, hanno lasciato casa da giovani. Nei momenti difficili hanno sempre insistito, si sono migliorati a vicenda e questo scontro a distanza li ha migliorati, loro lo sanno. In Portogallo non capivano perché all'inizio Ronaldo non fosse così legato a Madeira. Ora le cose sono diverse, lì c'è il suo museo e la sua statua. Alla fine è sempre più difficile convincere quelli più vicini a te, ora Ronaldo è molto legato al Portogallo. Anche in Argentina credevano che Messi fosse un 'ex argentino'. Si diceva che per giocare con l'Argentina bisognava pagarlo con gli Euro. Col tempo tutti hanno capito che Messi è speciale e che i problemi dell'Argentina sono altri."

ROVESCIATA - "Ronaldo voleva andare in un posto dove si sentiva amato. Non so se quello che è accaduto quella sera lo abbia convinto ma negli ultimi due anni Ronaldo aveva provato ad andarsene. Nessuno aveva mai fatto l'offerta giusta. E' bello dire che dopo quel gol lui ha deciso di andare alla Juve. Di sicuro è stato bello. Ha sentito il rispetto che non sentiva a Madrid e ha reagito con umiltà. E' come la Juve vuole sempre vincere. Non si stanca e quando c'è questa mentalità non vuoi mai smettere. Bisogna alimentare questa sensazione. A livello di calcio non ci sono trofei che dipendono solo da Cristiano. La Juve è migliore con Cristiano. i due brand si aiutano per essere i migliori al mondo."

PRIMI GOL - "Cristiano si è avvicinato sempre più ad essere un grande goleador. Lo avvicina alla vittoria, lo avvicina alla gloria. Segna per rendere felice il pubblico. Il gol nella sua mente è quello che dà il giudizio del suo valore. Se non segna è sotto pressione."

FRAGILITA' - "Non posso fare una classifica tra Guardiola lui e Messi tutti hanno la loro criptonite. Quando il fisico non è più al top, le emozioni comandano e questo può inficiare il gioco ma se lui (Ronaldo ndr) segna troverà un equilibrio sia in campo che fuori. Quanti Ronaldo ci sono? Solo uno. Magari tra dieci anni ce ne saranno di più. Per il suo lavoro e la sua mentalità lui è unico. La genetica è importante ma senza il resto, senza le persone che gli vogliono bene e lo circondano, senza la sua mentalità non diventi Ronaldo."

MENDES - "E' cruciale. Prima di tutti ha visto il potenziale di Ronaldo. Molti vedevano un buon giocatore, lui ha visto di più. Dopo lo United è diventato ancora più grande. Ha creato un'industria intorno a lui. Altri giocatori di Mendes sono forse un po' invidiosi di Cristiano. Non che Cristiano sia una creazione di Mendes ma CR7 gli deve molto. Se vedete il documentario di Cristiano si parla tanto di Mendes."

FAMIGLIA - "Ronaldo poteva non nascere, la madre anni fa ha detto che avrebbe potuto abortire ma non successe. All'inizio non c'era presenza familiare. Lei lavorava e il padre non c'era. Se il tuo sogno è diventare calciatore non hai limiti, devi continuare i tuoi sogni. Quando è andato a Lisbona ha sofferto ma certamente ha preso la scelta giusta ed è andata bene."