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Deve trovare le misure, Allegri. E deve capire, Dybala. Innanzitutto che a star fermi ci si fa prima rincorrere e poi superare, e poi che la Juve è il sole e non la Terra: è il resto a girare attorno a quell'unico, grande asse che determina destini e sorti. Ora: si sta chiaramente esagerano, però il paragone è calzante per un giocatore che si pensava fosse una sorta di divinità e che invece si è ritrovato ad essere semplice arma in più in un contesto che - e questo va esplicitato senza alcuna figura retorica - non ha francamente più bisogno di lui. 

ALLA FINE ARRIVA BERNA - E Bernardeschi ha approfittato di tutto questo. Del vuoto tecnico lasciato da Dybala, implementando le funzioni del 'dieci' in un discorso tattico molto più sottile e complesso. Banalmente: con l'ex Fiorentina, Allegri è riuscito a creare quello che non aveva fatto con Dybala. Dando al toscano piena licenza di muoversi e creare, di andare in profondità e di aggredire. Tutto questo con obblighi fissi, sempre ben rispettati. Non ci voleva la luna, ci voleva solo applicazione. E pure buon senso e determinate caratteristiche. Alla fine è arrivato Berna: tempi bui, questi, per Paulo. Fatto fuori a colpi di 'tuttocampismo'.