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Intervenuto all'Università Bocconi di Milano, Federico Bernardeschi ha raccontato il suo progetto col quale lancerà una fondazione per trasmettere lo spirito sociale nello sport. L'esterno della Juventus finanzierà la prima fase, che permetterà a 33 atleti di iniziare percorsi di ricerca per raggiungere i loro obiettivi: "Bisogna sostenere le cause che non sentiamo vicine, ma dobbiamo anche avere un impatto importante nel mondo del calcio. Mentre crescevo - spiega Bernardeschi - sentivo pressione e aspettative, non sapevo più se giocare a calcio fosse il mio sogno. Ho pensato di essere arrivato a giocare per far felici gli altri e dimostrare loro il mio valore, più che per me stesso".

L'ARRIVO ALLA JUVE - Il piccolo Fede cresce, campo ma anche psicologia: "I calciatori sono persone. Se non si sa quello che si vuole, i soldi e la fama servono a poco". Nel periodo del trasferimento alla Juventus succede un qualcosa che gli cambia la vita: "Su consiglio di un amico, ho iniziato un percorso Hoffman che è coinciso con il mio arrivo in bianconero. Mi è servito perché qui è importante sentire la pressione, si tratta di una società vincente".

FUORI DAL CAMPO - A 25 anni il momento del ritiro è ancora lontano, ma Berna punta un occhio anche fuori dal campo: In questo momento il calcio è al centro della mia vita, ma sto studiando business etico, che permette di creare benessere per tutti. Anche nel calcio. La moda? Sì, mi piacerebbe lavorare in quell'ambito".