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Solo una rete con la maglia della Juventus, in questo sfortunato squarcio di stagione, per Federico Bernardeschi. La rete al Bayer Leverkusen però, non è l'unico sigillo messo a bersaglio dall'ex giocatore della Fiorentina. Nella precedente parentesi con la Nazionale, infatti, sono arrivati i due centri consecutivi contro Grecia e L​iechtenstein, che già allora sembravano un toccasana per Bernardeschi, ma che oggi, all'ennesima sosta, sono piuttosto un lontano ricordo. Imprescindibile, quasi, per Roberto Mancini, poco incisivo invece, quando ritorna alla corte di Maurizio Sarri. Certamente, la sua posizione all'interno della Juventus è meno centrale a quella che ricopre in Nazionale, costretto - quasi per sua natura - al sacrificio: una caratteristica che si è cucito addosso dai tempi di Paulo Sousa, che alla Fiorentina gli aveva affidato le chiavi di una fascia intera, ma che sia Allegri che Sarri faticano a togliergli. 

Anzi, diventa quasi indispensabile, talvolta. I suoi gol, però, mancano. Innanzitutto per una questione di aspettative, che anno dopo anno rischiano di cambiare, se Bernardeschi non comincia ad essere decisivo anche con il club. Da ala o trequartista, nella Juve paga pegno di dover correre per due, visto che a Ronaldo - tendenzialmente titolare fisso - ci si astiene dal chiederglielo. Così, la mancanza di lucidità in fase di possesso si fa sentire: la Juventus però, nelle ultime uscite, ha dimostrato di aver bisogno di tutti i suoi effettivi quando c'è da attaccare. La sterilità in zona gol non si può, in questo caso, imputare al solo CR7, ma anche a chi - come Bernardeschi - si trova a supportarlo. Douglas Costa ha fatto vedere perché sia così considerato da Sarri, Ramsey si è dimostrato utile tatticamente, mentre Bernardeschi manca ancora di una peculiarità che lo contraddistingua. Arriva quindi, la tanto attesa parentesi azzurra, quella che serve per ritrovarsi; al rientro però, bisognerà cambiare marcia, da subito.