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Beppe Bergomi racconta Gigi Simoni. Alla Gazzetta dello Sport spiega: "Quell’Inter era fatta apposta per lui, per il suo gioco pratico, essenziale. Avevamo un attaccante, Ronaldo, che quando andava in progressione non lo fermavi più e Gigi si preoccupava di creargli spazi adatti a queste qualità. Quindi squadra raccolta, compatta, e lanci rapidi". 

Simoni viene colto dalle telecamere mentre invade il campo gridando «Si vergogni, si vergogni» sul muso di Ceccarini. Lui sempre pacato... 
«Era la partita scudetto... si può comprendere la veemenza di quelle proteste: per noi interisti l’arbitro aveva ignorato un rigore solare su Ronaldo.... E’ vero, quella scena fece il giro delle tv: Gigi non aveva mai urlato prima di quel giorno e dopo quel giorno non urlerà mai più. Era un signore, una persona di indole buona. Un grande uomo. E quel campionato avrebbe meritato di portarlo a casa».

Nella stagione seguente, arriva la doccia fredda: esonero a sorpresa nel giorno in cui è a ritirare la «Panchina d’oro». 
«Il presidente Moratti invitò quattro o cinque di noi a casa sua. C’era Ronaldo, c’era Pagliuca... E insomma Moratti ci spiegò il suo punto vista: “Guardate che lo faccio per voi, per farvi giocare meglio”. Era convinto che con Lucescu l’Inter sarebbe stata più manovriera e spettacolare. Noi eravamo reduci dal 3-1 sul Real Madrid in Coppa e avevamo battuto la Salernitana solo in extremis, è vero, ma a causa della stanchezza . Provammo a difendere Gigi, niente da fare...».