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Nel frullatore delle giornate che si susseguono, delle polemiche, dei discorsi sul futuro, arrivano le immagini del Leverkusen e sembrano di un altro pianeta. Troppo belle per essere vere. E troppo forte, quel gruppo, per non andare ad analizzarlo da cima a fondo, dall'inizio alla fine. Oltre Xabi Alonso, che pure ha un ruolo cruciale in quel miracolo. 

Ora: a parte Wirtz, classe 2003 e ormai progetto già riuscito di fuoriclasse, il Bayer ha una decina di giocatori niente male. Praticamente tutti under trenta, a partire da Frimpong - classe 2000 - e dal grande obiettivo bianconero Alejandro Grimaldo, fino alla scorsa estate al Benfica. Poi Palacios (1998) e Boniface (2000). Tra gli altri, due centrali come Tapsoba e Hincapié

Sono una squadra forte, per Transfermarkt addirittura da 100 milioni in più rispetto alla Juventus. Eppure 400 milioni in meno rispetto al Bayern di Tuchel, mai stato realmente in grado di reggere passo e confronto. 

Prima del titolo in Bundesliga, il Bayer, inizialmente allenato da Seoane (che dura otto giornate) valeva circa 450 milioni, 50 in meno dei bianconeri e meno della metà del Bayern Monaco. Poi è arrivato Xabi Alonso. Ha messo tutto a posto in tre quarti d'annata, e nella seconda piena ha tirato fuori delle perle. 

Dei giocatori citati in precedenza, due volti nuovi: Grimaldo era una certezza, ma Boniface arrivava da un anno solo di Union Saint-Gilloise, con 7 reti nel campionato belga e un bel percorso in Europa League. 

Tutto questo, ecco, per dire cosa? Che un allenatore crea valore. Che un allenatore è importante. Che un allenatore è decisivo. Soprattutto quando porta gioco, idee, innovazione. La diretta conseguenza? Non necessariamente la vittoria, ma una mentalità forte. Partendo da qui, si può arrivare oltre. Si può finire lontani.


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