DIATRIBA RINNOVO - "La vicenda assomiglia a quella di qualche anno fa, anche se alcune cose sono un po' cambiate. Ma è un riassunto della profonda ipocrisia che ormai alberga nel pazzesco mondo del calcio: qualche giorno fa si predicava sul calcio genuino della gente, richiamando quasi ai concetti di bandiera, e oggi leggo - sperando sia una boutade giornalistica - che l'offerta della Juve, oltre a contribuire allo sbilancio, prevede una commissione fuori dal mondo per l'agente e soldi al padre. Per i tifosi è una vicenda dolorosa: la questione non è solo affettiva, si pensava, con un ragionamento equilibrato e corretto, che questi soldi potessero essere fatti in un altro modo. Un giocatore che si lega a una maglia prestigiosa in una certa modalità è in grado di monetizzare - tramite i diritti di immagine - questa sua qualità anche nel mondo della pubblicità o dello spettacolo. Nel calcio c'è poca capacità di ragionare sul prodotto spettacolo che offrono i calciatori".
IL CALCIO DI OGGI - "Un professionista ha il diritto e il dovere di valutare ed eventualmente accettare queste offerte. Io personalmente coltivo il mito di Rivera e del calcio in cui Gigi Riva ogni anno veniva accostato al Milan, ma rifiutava sempre per restare al Cagliari. Non dico di tornare ad allora, però se accettiamo tutto questo consideriamo le società di calcio esattamente come imprese che per pagare stipendi sempre più alti hanno il diritto di proporre spettacolo con le modalità che vogliono. Se il merito sportivo è monetizzato, è un conto. Se si monetizza altro, è un altro conto. Accettare che procuratori possano percepire commissioni dell'8-10% significa accettare logiche fuori mercato. In ogni settore. La macchina è malata".
AMARA CONSTATAZIONE - "Non credo che Donnarumma non abbia accettato semplicemente perché il Milan sia arrivato in ritardo. Non penso che l'anno scorso o due anni fa avrebbe accettato, siamo arrivati dove Raiola voleva arrivare. Il Milan ha offerto soldi, un pacco di milioni: è naturale che una squadra che non deve pagare lo stipendio possa pagare di più. Ma a questo punto il calcio diventa un tutti contro tutti, altro che Superlega...".