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Madrid è posizionato sullo stesso parallelo di Napoli, il 40°, e non è una coincidenza trascurabile. Nonostante il palmares dell’Atletico sia di gran lunga superiore a quello del club partenopeo (10 Liga vs 2 scudetti, 3 Europa League, 3 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intercontinentale vs 1 Uefa) li avvicina una comune linea di pensiero: quella del sentirsi oppressi e penalizzati dal “potere” altrui. Quello del Real in Spagna, della Juve in Italia. Nemici che diventano poi comuni quando li si incontra in Europa. I materassai di Madrid, dopo aver appena sconfitto STRAMERTITAMENTE la Juventus nel 1° round degli ottavi di Champions con un perentorio 2-0, anziché godersi la STRAMERITATA vittoria, sono riusciti  nell’impresa di aprire un fronte polemico nei confronti del club bianconero.

Ha iniziato il presidente Cerezo: “Al gol annullato di Morata mi sono alzato e me ne sono andato via dallo stadio, non ho visto gli altri gol. Prima c’era un problema, l’arbitro, ora ce ne sono due: l’arbitro e il VAR”
Poi ha raccolto il testimone Simeone: “Voi credete che una persona alta 1.87 possa cadere in quel modo durante un’azione di gioco? Allora ok, se ci credete… Juve società forte a livello politico? Lo dite voi, di politica non parlo”
Infine, a 48 ore dal match, ha parlato anche l’ad Miguel Angel Gil: “Tutte le azioni dubbie sono sempre a favore di Juve o Real. Sul gol annullato a Morata, Chiellini ha ingannato l’arbitro. Il contatto non è stato così netto da farlo volare di 3 metri”.

Dichiarazioni del genere sarebbero comprensibili dopo un pareggio o una sconfitta immeritata, invece  vengono registrate a margine di un 2-0 netto, convincente, giusto, che ipoteca la qualificazione ai quarti. Sembra quasi un maniavantismo  studiato in prospettiva della gara di ritorno, un monito alla Uefa e a chi arbitrerà quella partita. Recriminazioni e comportamenti già visti altre volte in Italia, sempre all’altezza del 40° parallelo.

Francamente, al Wanda non ho ravvisato affatto una direzione di gara orientata a favorire la “potente” Juventus. Il tedesco Zwayer, proprio per evitare errori, ha fatto quello che da noi la maggioranza di addetti ai lavori e tifosi pretendono: si è avvalso dell’aiuto tecnologico. E grazie al Var ha cambiato idea sul calcio di rigore assegnato in un primo momento all’Atletico (il fallo di De Sciglio su Diego Costa è avvenuto nettamente fuori dall’area di rigore) e poi sulla prima rete segnata da Morata (l’ex juventino spinge Chiellini prima di staccare di testa e insaccare). A proposito di questo secondo episodio, il difensore juventino avrà pure accentuato la caduta, ma la mano sulla schiena con relativa pressione la si è potuta vedere netta, seppure soltanto grazie alle riprese effettuate dalla telecamera posiziota dietro la porta di Oblak.

Diciamo piuttosto un’altra cosa, che nessuno finora ha detto, mentre al contrario qualcuno ha persino stigmatizzato l’atteggiamento di Bonucci sulla prima rete convalidata all’Atletico. Pure in questo caso il VAR avrebbe dovuto invitare il direttore di gara a rivedere l’episodio, perché Gimenez – autore poi della rete – mentre si sta battendo l’angolo, ostacola e urta il centrale bianconero, mandandolo a terra. Il contatto falloso lo si è potuto vedere pure stavolta  con l’ausilio delle riprese da tergo. 

Quando si battono i corner, l’area di rigore spesso si trasforma in un mini campo da rugby e l’arbitro il più delle volte lascia correre (Collina a parte, creatore del noto “fallo di confusione”) nel caso specifico stiamo parlando però di un fallo commesso dallo stesso autore del gol. Bonucci si è reso poi protagonista di una evitabile quanto stucchevole pantomina, ma il prendere di mira solo lui significa guardare il dito e non la luna. Ovvero, l’episodio falloso. Che c’è. 

Zwayer non se l’è però sentita di andare per la terza volta alla Var rewiew, e per un semplice motivo: tutelare la propria incolumità. Avesse annullato pure quella rete, non so cosa sarebbe successo in campo, con Simeone già abbastanza su di giri, i giocatori nervosi e la bolgia sugli spalti. L’arbitro avrà pensato: non posso non convalidare anche questo, altrimenti stanotte da qui dovranno venirmi a prelevare con l’elicottero.

Se vogliamo raccontarla proprio tutta, è andata così.
Detto questo, lo ribadisco, l’Atletico Madrid ha vinto con GRANDE MERITO la gara, che sarebbe potuta terminare per la Juventus con un passivo ancora più pesante. Però la Madrid dei materassi viva serena: se davvero la Juventus possedesse quel potere politico che pensano loro (e i loro cugini latini di Partenope) sarebbe tornata a casa imbattuta e nella sua bacheca avrebbe, magari, anche un paio di Champions in più.