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Gian Piero Gasperini parla in conferenza stampa subito dopo la vittoria di Torino. 

DOPO 32 ANNI - "Vittoria storica? L'Atalanta guarda sempre davanti, non so se in alto. Da sempre. Non so se è il nostro percorso, non metto traguardi. Credo non ci sia bisogno. Bisogna giocare delle partite, è un risultato come ci è capitato negli anni addietro. Erano step che ci garantivano di stare avanti in classifica. E' successo in casa della Juve. La testimonianza che si possa giocare il posto in cui è". 

PAURA NEL FINALE - "Ci sono state partite negli ultimi anni... ricordo il 2-2 con due rigori così. In questi anni alla Juve siamo stati raggiunti a pochi minuti dalla fine. Ci voleva per tutti. Partita difficile, la Juve è una squadra forte, fisica. Abbiamo recuperato i nostri difensori. Abbiamo retto fisicamente, abbiamo avuto occasioni e difeso di più nella ripresa, senza rinunciare al finale, dove abbiamo tenuto molto bene. La reazione della Juve c'è stata, poter far entrare anche Palomino a differenza di Manchester ti dà dei vantaggio".

GOSENS - "L'abbiamo lasciato a casa ieri. Si è allenato con noi, sembrava sulla via della guarigione ma non era pronto per giocare. Ha fatto altro allenamento, nel calciare ha avvertito nuovamente difficoltà, cosa che nell'ultima settimana andasse bene. Pensavamo di portarlo in panchina mercoledì. Il suo infortunio muscolare è stato pesante, pensavamo fosse in dirittura d'arrivo. L'abbiamo solo sentito, domani vedremo gli accertamenti. Speriamo sia solo una cosa dovuta alla guarigione. Dobbiamo rallentare un po'".

CONCENTRAZIONE - "Dipende anche dagli episodi, abbiamo tenuto bene. Ma abbiamo avuto 7-8 partite senza Toloi e Djimsiti, per tutto il periodo. Demiral è stato fuori, Palomino anche. Bastava buttarci le palle nelle mischie, poi salgono De Ligt e Bonucci e succedeva come a Manchester, quando hai perso la partita così. Ho sempre pensato che costruiamo le partite sulla capacità di impedire all'avversario di giocare bene. Poi proponiamo il nostro. Ma questo è fondamentale".

COSA SERVE - "Serve tutto per alzare il livello. Occorrono tutte le componenti. Una è tattica, tecnica, aspetto fisico. La testa per me è la cosa più importante dei giocatori. Questa squadra ragiona insieme ed è premiante. Una squadra che in 2 anni ha fatto il miglior attacco avrà anche della tecnica. Si dice sempre uomo a uomo, con grande fisicità. Bah: se fai il miglior attacco per più volte, qualche qualità tecnica l'avrai anche".

ZAPATA - "Non può prescindere da tanti giocatori, da tutta la squadra. Le pagelle su Zapata le fate voi. Sono contento per lui, l'evoluzione che ha avuto anche come personalità e gioco. Un ragazzo solare, tranquillo, con una mentalità che gli permette di giocare sempre. Non lo tolgo quasi più. Condizione fisica straripante, ora è anche un leader. Dimostrazione che si può crescere anche a 30 anni".