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La sfida tra Juventus e Inter che si andrà a giocare tra qualche ora nel “deserto” dell’Allianz Stadium passerà in ogni caso alla Storia. Sarà infatti la prima grande partita di una serie, auguriamoci non troppo lunga, vietata agli spettatori non per ragioni disciplinari ma per motivi di salute pubblica. E già questo, da solo, basterebbe per catalogare l’evento nella sezione dei casi molto speciali.
Ma se la gara, in quanto tale, riveste connotazioni mai viste prima anche il contorno che l’avvolge, emotivo e non, possiede i crismi dell’eccezionalità. Un appuntamento sportivo che cade nel momento di maggiore ansia e di fatale disorientamento della gente. La dichiarazione, assolutamente necessaria, di “zona rossa” emanata dal Governo per l’intera Lombardia e per altre quattordici province italiane ha legittimamente mandato il fibrillazione tutti gli abitanti dei luoghi interessati dal provvedimento.

L’assalto alla stazione Centrale di Milano da parte di centinaia di cittadini che volevano salire sull’Intercity diretto a Salerno e raggiungere i loro paesi di origine per sfuggire dalla quarantena che scatterà questa notte replicava nella realtà ciò che siamo stati abituati a leggere sui libri di fantascienza o a vedere nei film di genere. Ieri, sabato, la Versilia si era riempita di famiglie milanesi le quali, approfittando della chiusura delle scuole, erano arrivate per aprire le loro seconde case e trascorrere un week end più sereno. Dopo l’annuncio delle nuove misure restrittive lunghe code di automobili si sono formate ai caselli dell’autostrada per il Nord. Più che altro capifamiglia che, per lavoro, dovevano tornare a casa e lasciavano al mare le mogli con i bambini. Scene che verosimilmente si ripeteranno oggi.

Anche l’avvicinamento alla partita sarà differente dal consueto. Gli appassionati che mai avrebbero rinunciato al “derby d’Italia” in queste ore di attesa si staranno chiedendo se per loro sia più opportuno rischiare due ore di assembramento conviviale nel pub dotato di Sky oppure decidere per la strada della prudenza e affidarsi alla voce della cara e vecchia radio nel salotto di casa bevendo una tisana calda anziché una birra e giocando con i bambini durante l’intervallo.

Poi arriverà Juventus-Inter. E anche per gli abbonati sarà comunque una partita diversa dalle altre vissute negli anni trascorsi. Il “derby d’Italia” al tempo del coronavirus incuriosirà per ciò che ci prepariamo a vedere, oltre al gioco, dopo le nuove disposizioni comportamentali dettate ai giocatori in conformità alle regole per la salvaguardia della salute. E se dopo un gol, a differenza di ciò che è accaduto ieri in Serie B, nessuno si abbraccerà vorrà dire che una nuova pagina di Storia è stata scritta.