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Alla Juventus, s’è capito, più che alla ricostruzione si pensa alla transizione ovvero a traghettare all’anno prossimo con minori danni possibili. Significa, in sostanza, entrare nella zona Champions. Tutto quello che si otterrà oltre quest’obiettivo è “grasso che cola”. Poi dal 2022, magari con pochi innesti (un terzino, un centrocampista), e la cura Allegri, si punterà più in alto. Questa strategia, dettata da problemi economici e da almeno tre campagne acquisti sbagliate, ha il vantaggio di non pesare, psicologicamente, più di tanto sia sull’ambiente societario, sia sulla testa dei giocatori. E’ questo il primo tassello della “calma” allegriana: abbassiamo l’asticella, lavoriamo senza sentirci schiacciati dall’impossibile.

Ci danno fuori dal campionato e dalla Champions? Benissimo! Dimostriamo che non è vero, facciamo tirare la volata agli altri e stiamo a vedere. E poi - si continua - finalmente si potranno vedere all’opera due nuovi acquisti: Kaio Jorge e Arthur.

Arthur, veramente, un nuovo acquisto non è. Arrivato l’anno scorso, ha appena fatto intravedere qualcosa, poi si è trascinato in una volonterosa mediocrità causa un malanno che non guariva. Ora, siccome  nuovi centrocampisti non sembrano a portata di mano, si coltiva una certa speranza su di lui. La speranza è soprattutto quella che, fin da subito, il giocatore brasiliano avesse qualche fastidio fisico, perché se Arthur si rivela quello d’inizio Campionato 20-21 allora avremo solo una modesta certezza. Quella d’un giocatore a cui certamente non si leva la palla perché non sa dove metterla. Brevilineo, dal dinamico passo corto, complici anche compagni statici, non vedeva i corridoi e faceva una discreta confusione sugli spazi, finendo per girare su stesso come una specie di derviscio rotante. All’inizio gli avversari si limitavano ad ammirarlo, tanto il pallone non avanzava, poi dopo la decima giravolta o glielo prendevano o facevano fallo. Il risultato era quello d’un bizzarro girotondo a vuoto che serviva davvero a poco.

E’ difficile ipotizzare come un simile giocatore possa dimostrare il senso della profondità o della visione di gioco. Basterebbe però che riuscisse a dettare qualche tempo, magari aiutando Locatelli, l’anno scorso assente. Ecco, se Allegri riuscisse a fargli capire che gli anni della giostra sono passati, allora sì: sarebbe un acquisto.