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Nell’analizzare quella che può essere considerata finora la miglior prestazione di Pjanic sotto la guida di Sarri, ossia Parma-Juventus (di fatto, in realtà, semplicemente la prima di campionato), mi sono appuntato due o tre cosette. Oltre ai dati freddi, che di volta in volta fotografano le fasi di una trasformazione in atto, c’è tutta una gamma di sfumature a cui prestare attenzione, che magari non abbisognano di sofisticati strumenti di rilevazione. Un occhio allenato basta.  

Proviamo allora ad andare al di là del buon voto in pagella, ma anche dei 104 palloni giocati e del 90 % di precisione nei passaggi tentati (85). Apro e chiudo una parentesi en passant: Brozovic contro il Lecce –prima di arrivare alle vette di Jorginho c’è il primatista Brozovic da superare- ha già fatto meglio, ovvero 110 palloni giocati, con un 93% di precisione su un totale di 95 passaggi.  
 
DISLOCAMENTI, APPOSTAMENTI- Ma, dicevo, andiamo oltre. C’è una ‘mossa’ che Pjanic sta ricercando abbastanza spesso dentro le partite. E non va data per scontata, in quanto non tutti i registi si comportano in questo modo a parità di condizioni. Non essere Jorginho o una copia identica di Jorginho può anche rivelarsi utile, se ci si chiama Pjanic e si ha un passato da mezzala/trequartista. Può servire ad esempio a suggerire nuove tracce, nuove soluzioni. In campo ci sono Matuidi e Khedira? Allora il regista può andare lui ad occupare la zona di rifinitura, dislocandosi al momento opportuno.



In questa rubrica avevamo visto qualcosa di simile già nella gara contro l’Atletico, sempre sul lato destro del fronte d’attacco, e l’avevamo segnalato. Si tratta di un’imboscata del centrocampista più arretrato della Juve, che però si ferma e si apposta tra le linee. Non è proprio un inserimento. È una specie di supporto avanzato. Un regista che abbandona la propria cabina di regia per andare a posizionarsi dove lo sviluppo del gioco combinatorio lo richiede.   



Ed eccolo infatti tra la seconda e la prima linea di un Parma bassissimo, praticamente schiacciato nella propria trequarti. Pjanic avanzando senza palla in questo modo si è liberato della blanda marcatura di Inglese e ora si mostra a Douglas Costa che converge in conduzione. Senza la  presenza del bosniaco in quel provvisorio punto di raccordo non si sarebbe data la più bella combinazione del primo tempo (e forse dell’intera partita).
 


LIBERTÀ NEL PRIMO TEMPO - Ma adesso basta con lo zucchero. Sabato la Juve ospita il Napoli, una squadra forte e che sa pressare fortissimo. Vi siete accorti che il bel primo tempo di Pjanic a Parma riposava su un certo tipo di atteggiamento dei padroni di casa? Gli uomini di D’Aversa, nella prima frazione di gioco, tendevano a rinculare, a ricompattarsi al più presto nella propria metà campo. Al solo Inglese veniva dato il compito di disturbare Pjanic in costruzione. Solo che Inglese (solito problema del 4-3-3), il più delle volte non poteva ricoprire due funzioni contemporaneamente. E così quando provava a far salire la squadra lottando coi difensori bianconeri, poi non riusciva ad accorciare subito su Pjanic quando la Juve riconquistava palla, e il Parma tornava indietro. Allora il bosniaco lì se la spassava, e riceveva e impostava in grande libertà. 
 


Giocava rasoterra e in verticale, pescando spesso CR7 tra le linee. Lo faceva molto bene, come vuole Sarri.  



IL PARMA CAMBIA ATTEGGIAMENTO – Poi nella ripresa il Parma ha cambiato qualcosa. Il mediano Brugman, anziché lasciare campo e iniziativa al regista bianconero, l’ha cominciato a pressare. E la manovra complessiva della Juve, segnale non bellissimo in vista di Juve-Napoli, ne ha risentito. Non che Pjanic abbia commesso particolari sbavature. Era tutto un pochino meno fluido, meno in controllo, ecco. L’ostentato (e a tratti brillante) palleggio del primo tempo era diventato un po’ più insicuro. Bastava alzare il pressing?      
 


UN’INSICUREZZA – L’ultima sequenza che vi propongo riguarda proprio un’insicurezza di Pjanic. Stavolta a pressarlo non è Brugman ma Barillà. Il concetto non cambia. 



Chiuso l’appoggio al regista, Alex Sandro la gioca dietro al sostegno Chiellini. Barillà schizza allora con la foga di un forsennato da Pjanic al centrale della Juve. Questi è bravo tuttavia –e preciso- a premiare lo smarcamento di Pjanic dietro la schiena del centrocampista del Parma. Sembra a questo punto che il pressing individuale sia stato eluso. Pjanic infatti gode di tantissimo spazio per girarsi e impostare in avanti. 



Ma il bosniaco, evidentemente intimorito dall’ingresso arrembante del Parma, si mette fretta da solo e senza motivo. Dopo un controllo di spalle, invece di guadagnare campo girandosi, apre il gioco su De Sciglio con un passaggio orizzontale dei più pericolosi. Risultato: De Sciglio viene sorpreso dalla giocata del compagno e manca lo stop, Pjanic allarga le braccia, Gervinho si avventa sul pallone.