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Houssem Aouar sembra il prototipo del centrocampista tecnico moderno. Agile, trequartista mancato per questioni di epoca, fa del gioco con il pallone il suo punto di forza, ma ha anche un'altra peculiarità, messa in mostra in questa stagione della consacrazione al Lione. La capacità di trovare lo spazio di mezzo in cui ricevere il pallone e attaccare verticalmente le difese avversarie. Questo aspetto non è per niente da sottovalutare, perché richiede due caratteristiche che non sono così facili da trovare nel calcio contemporaneo: la capacità di gestire lo spazio, appunto, ma anche i tempi della giocata. Queste due componenti, richiedono ovviamente la conoscenza tattica del calcio, ma anche un'adeguata qualità tecnica per far sì che anche una ricezione schiena alla porta a metà campo possa diventare un'occasione per attaccare la profondità.

E nella "sinfonia" del gioco di Aouar, come la Juventus ha avuto modo di constatare sulla propria pelle, tattica e tecnica procedono a braccetto. Non per caso, le antenne di Fabio Paratici sono entrate in modalità ricettiva, durante l'andata di Champions. Descritto così, quindi senza le mille variabili ambientali di un trasferimento in una big, Aouar rappresenterebbe da subito il profilo adatto per una squadra che ama il palleggio, ma che vuole evitarne la sterilità - l'opposto di quanto sta succedendo ora ai bianconeri. Ecco quindi, che si spiega il perché del suo valore (sui 50 milioni, via Transfermarket): Aouar è un giocatore al passo con i tempi, ma comunque difficile da trovare. Il Manchester United, non per caso, ha speso 55 milioni per Bruno Fernardes, un calciatore eclettico che, come Aouar, ha la capacità di spaccare le difese solo con il suo senso della posizione. Una mossa che la Juventus potrebbe replicare a luglio.