commenta
E’ una buona notizia: la Juventus è la squadra con meno goal subiti (9) e, si dice, che il campionato lo vincano quelli dalla difesa più ermetica. Ma la Juve risulta il sesto attacco per reti realizzate. Prima di lei ci sono, nell’ordine, Atalanta (30), Lazio (28), Inter (26), Cagliari (23), Sassuolo (21). I bianconeri si situano a pari merito con la Roma a quota 20.

Con Sarri al timone, famoso per impostare squadre aggressive ed efficaci, la Juve segna meno che con Allegri, da sempre tacciato di eccessivo “ragionerismo”: vincente, ma troppo realista; abile, ma troppo conservatore. Anche quella di Allegri era una squadra sempre (tranne rare domeniche) in testa alla classifica, però capace di realizzare più goal.

Perché questa Juve fatica così tanto in attacco? Eppure dimostra un possesso palla invidiabile, soprattutto nella metà campo avversaria, una difesa molto più alta, una propensione allo scambio veloce palla a terra, una voglia evidente di aggredire.

Ecco, l’ultimo punto diventa il primo per iniziare a spiegare l’avarizia realizzativa: troppo sacro furore, come se la squadra conoscesse un solo tempo e un solo modo: attaccare a testa bassa, imbucandosi, spesso al centro. Così, raramente, i bianconeri creano spazi, finendo con lo sbattere contro difese e centrocampi schierati dietro la palla. Il copione è sempre lo stesso: avversari che intasano la propria metà campo e la Juve incapace di “aprirli”, creando corridoi o triangoli efficaci.

L’ansia da prestazione (psicologica) e l’effetto imbuto (tattico), fanno sì che i gol della Juve siano pochi. Risultano spesso bellissimi, ma di difficilissima fattura, frutto di strepitose giocate individuali (Douglas Costa col Lokomotiv, Dybala col Milan) dopo che per quasi 60 minuti si cerca di scardinare difese sempre molto compatte e molto simili nel giocare allo stesso modo. Come se avessero trovato il medesimo antidoto contro un avversario più forte.

Una Juve arrembante che sbatte contro muri difensivi, rimbalza (talvolta rischia il contropiede) e riparte. Quasi sempre lo stesso film, con l’eccezione delle partite contro Fiorentina e Milan. Quasi sempre… tanta fatica.

E’ vero: da quando è arrivato Barzagli nello staff tecnico, le cose in difesa vanno meglio, ma la squadra pare saper giocare in un solo modo, senza, appunto cambiare né tempi, né registri.

Insomma, una squadra forte, però fin qui assai prevedibile, con avversari per ora, capaci di prenderle le misure.