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Problemi anche per l'Everton: Andre Gomes ha mostrato i segni del virus, e in casa Toffees è scattato l'isolamento. Pure per Carlo Ancelotti, of course. L'ex allenatore di Napoli e Milan si è raccontato a La Gazzetta dello Sport, ecco le sue dichiarazioni. 

ISOLAMENTO - "Isolamento? Non è proprio così. Non siamo in isolamento, ma sono scattate le misure di prevenzione del caso di fronte alla situazione sanitaria di un calciatore. Il giocatore ora sta meglio, la febbre è calata e questa è la cosa più importante".

PREMIER FERMATA - "Era ora. È stata una decisione giusta e corretta di fronte allo scenario di queste ultime ore. Non si poteva andare avanti. La salute è la priorità. Per tutti: squadre, tifosi, media, lavoratori impegnati nel calcio. Fino al 3 aprile? Chi può sapere che cosa accadrà. Noi, in teoria, dovremmo rimetterci al lavoro il 22 marzo, ma se la situazione generale dovesse peggiorare, come si può pensare alla ripresa del lavoro? Non conteranno le esigenze del calcio, ma la salute delle persone. Se ancora il Coronavirus sarà in piena esplosione, il calcio non potrà ripartire. Come chiudere? Con estrema sincerità, l’argomento non mi interessa. Il calcio, di fronte alla vita e alla salute, va messo da parte".

COME STA - "In queste ore per me il calcio conta zero e mi dà quasi fastidio parlarne, di fronte alla tragedia alla quale stiamo assistendo. Ci troviamo a fare i conti con una pandemia, una situazione che nessuno di noi aveva mai vissuto fino ad oggi. Il bollettino dei morti dell’Italia è terribile. In un giorno sono scomparse altre duecentocinquanta persone. La priorità è concentrarsi su questa lotta, tutto il resto non conta".

L'ITALIA - "L’Italia è stata costretta a capire che, in questo momento, basta con le cazzate e con le leggerezze. Bisogna rispettare le direttive e ascoltare chi ha la competenza per emanare delle regole. Ci sono ordini ben precisi e vanno eseguiti. Bisogna rispettare se stessi, gli altri e le persone che sono al fronte in questa guerra. Provo profondo rispetto e ammirazione per medici, infermieri, volontari".

GRAN BRETAGNA - "Ho seguito in televisione con attenzione la conferenza stampa del premier britannico. Mi pare che quassù non si siano ancora resi conto della gravità della situazione. La vita continua a scorrere con una certa regolarità. Eppure ho letto le dichiarazioni di uno dei consiglieri scientifici di Johnson, Patrick Vallance, secondo il quale il sessanta per cento dei britannici nel contrarre il Coronavirus svilupperà l’immunità di gregge".

PAURA - "In questo momento non riesco a scindere Carlo Ancelotti dal resto del mondo: penso a me stesso e penso agli altri. Il conto dei morti in Italia è terribile. Ogni sera leggiamo un bollettino di guerra".

CALCIO - "È una bella esperienza finora, in un club ben organizzato, con un centro tecnico spettacolare e con gli uffici modernissimi, in un palazzo di Liverpool da cui si gode il panorama della città. Ho trovato dirigenti che hanno voglia di portare l’Everton tra le grandi del calcio inglese, uno spogliatoio perbene e uno staff che mi ha accolto benissimo".

ALLEGRI - "Allenatori con cui ho rapporti? Mourinho: José è un personaggio di spessore, uno sincero. È così come lo vedi. Guardiola, con lui si scambiamo impressioni di calcio. Massimiliano Allegri, un uomo concreto e corretto. Tra noi c’è sintonia perché sappiamo quali siano le difficoltà del mestiere e la solitudine in cui ti trovi quando devi compiere scelte particolari, o vivi momenti difficili".

MESSAGGI - "Agli italiani? Rispettate le direttive, rispettiamo noi stessi e gli altri, rispettiamo chi sta lottando al fronte in questa battaglia".

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