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 Si chiamano ​Nafaa Afli, Bilel Mejri, Marwen Ben Saad e Bilel Tebini i quattro arrestati tunisini accusati di ​associazione con finalità di terrorismo internazionale. A chiedere il processo è stato il pubblico ministero Roberto Sparagna nell’udienza preliminare celebrata davanti al gup Giulio Corato. A riportare la storia è Il Corriere di Torino che parla dei quattro amici di ​Wael Labidi, lui si un miliziano dell'Isis morto per la Jihad in Siria. Wael aveva vissuto per alcuni mesi a Torino dove si ​era fatto immortalare in piazza San Carlo e poi ai piedi della Mole, postando le foto su Facebook e commentato entusiasta il suo amore per lo stile di vita italiano e per la Juventus, ma era tutto un bluff.


Afli, Mejri, Ben Saad e Tebini - scrive Il Corriere di Torino - erano arrivati in Italia richiedendo un permesso di soggiorno per motivi di studio ma tutti avevano fornito false attestazioni sul superamento degli esami per garantirsi l’iscrizione presso l’Università degli Studi di Torino. Nel marzo del 2016 i Carabinieri ​del Ros avevano intercettato una conversazione all’interno di un appartamento nella periferia della città: "Se andassimo a farci martiri in Siria sarebbe meglio", diceva Ben Saad a Afli e Mejri. "Se tu andassi a combattere sarebbe meglio, tanto a cosa servi in questa vita? Non servi a niente". Poi parlando dell'amico Wael Labidi aveva aggiunto: "E' nel posto della verità e noi nel posto del peccato, ha venduto la vita e comprato il giudizio.


Nel febbraio 2018, Ben Saad, Afli e Mejri vengono arrestati con l’accusa di essere fiancheggiatori dell’Isis e dello Stato Islamico, due mesi dopo finisce dietro le sbarre anche Tebini che era fuggito in Austria dopo essere passato dal Belgio. Ora i quattro tunisini sono tutti in carcere in Sardegna in attesa del processo che si aprirà a febbraio a Torino. Per l’accusa  avrebbero aderito alla ideologia del Jihad estremista e violento, diffuso sul web video e fotografie sull’adesione all’Isis, partecipato a comizi con militanti combattenti, fornito assistenza legale ed economica ai sodali arrestati e persino l’omaggio rituale ai martiri in seguito al loro decesso.