commenta
Se la Juventus ha fatto un ciclo di nove scudetti consecutivi un po' di merito è anche di Amauri, attaccante italo-brasiliano che ha giocato in bianconero in due momenti diversi: prima dal 2008 al gennaio 2011, poi la prima parte di stagione del 2011-12. Il gol più importante però l'ha segnato con la maglia della Fiorentina, dove è stato girato in prestito a gennaio 2012. Era un sabato di Pasqua quando Amauri segnò il gol-vittoria contro il Milan grazie al quale la squadra di Conte sorpassò i rossoneri, per poi vincere lo scudetto a fine stagione: "Uno dei ricordi più belli che mi legano alla Juventus - racconta nella nostra intervista - Sul momento è stato qualcosa di fantastico".

Quello scudetto se lo sente anche un po' suo?
"Insomma... Diciamo che mi ha fatto piacere segnare un gol così importante che ha riportato la Juve al top del calcio italiano. Le soddisfazioni più belle però sono arrivate dai miei ex compagni e dai tifosi che mi mandarono tanti messaggi per ringraziarmi del gol al Milan".

Come mai andò via dalla Juve?
"Non servivo più. E quando in un grande club c'è un giocatore considerato come esubero cercano di piazzarlo da un'altra parte. Così è stato fatto con me, da parte della società e Marotta".

E lei come ha reagito?
"Io ero dispiaciuto di lasciare la Juve, ma fa parte della vita. Dopo l'esperienza in bianconero ci sono tanti giocatori che sono spariti, io per fortuna posso raccontare di aver fatto tante cose buone e se non fosse stato per il fallimento della società, col Parma saremmo andati anche in Europa".

A proposito di Europa, che effetto le fa vedere la Juventus al quinto posto?
"E' strano, perché siamo sempre abituati a vederla in alto. Quest'anno però è andata così, purtroppo ci sono stagioni che prendono pieghe storte e bisogna fare anche in conti con gli avversari che in questo momento sembrano stare meglio dei bianconeri".

Secondo lei riuscirà a qualificarsi in Champions?
"Certamente, non ho dubbi. Non voglio neanche pensare che la Juve rimarrà fuori dalla Champions League. mancano ancora due partite e c'è una lotta apertissima: il Napoli sta facendo molto bene e vive un gran momento. Non so chi rimarrà fuori, ma sono sicuro che la Juve ce la farà".

Che ricordi ha della sua esperienza in Europa League con i bianconeri?
"E' una competizione affascinante che negli ultimi anni ha acquistato ancora più prestigio grazie alla presenza di top club come per esempio il Manchester United. Io però insisto: preferisco vedere la Juve in Champions".

E del Pirlo allenatore che idea si è fatto?
"Il giocatore non si discute per quello che ha fatto, in ogni club dove è andato ha sempre vinto da protagonista. Da allenatore ha preso una Juve che sta attraversando una fase molto delicata, mi dispiace che ci si sia ritrovato proprio lui. Prima o poi doveva succedere un anno di transizione, ma forse non si pensava ci fosse il rischio di stare addirittura fuori dalla Champions".

L'Inter di Conte ha vinto lo scudetto: lei l'ha avuto alla Juve, è davvero un martello come si dice?
"Lui sì, decisamente. Anche se quell'anno, oltre all'allenatore, a fare la differenza è stato anche il ritorno degli Agnelli. Sono riusciti a sistemare tutto quello che era stato fatto di sbagliato precedentemente".

Ci riusciranno anche stavolta?
"Sì, ne sono convinto. Andrea Agnelli è un vincente e rimetterà tutto a posto".

L'ha sentito dell'addio di Buffon?
"Certo, ha avuto un effetto mondiale. Gigi è sempre stato il migliore al mondo, anche se sapevamo che prima o poi sarebbe andato via. Ho l'impressione che la prossima stagione giochi ancora. Qualche anno fa ci siamo sentiti per messaggio, e quando io gli ho detto che era e rimane il portiere più forte del mondo lui mi ha risposto con la sua solita umiltà che lo contraddistingue, dicendomi che era ancora in campo, stava bene e si sentiva carico. Poteva anche dirmi di essere consapevole di essere il migliore, ma penso sia una delle persone più gentili e umili che conosca".