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Nella capitale il marziano a Roma, James Pallotta, fa infuriare i tifosi romanisti per una presunta offesa nei confronti "dell’ ultima bandiera" De Rossi. In realtà della faccenda piuttosto surreale si capisce poco. In sostanza, sembra che il Presidente americano abbia dato il suo assenso a una proposta di  De Rossi (essere pagato a cottimo) che, però, risultava nelle intenzioni essere provocatoria: l’averla accettata suona ulteriore provocazione. In realtà, la questione distrae da considerazioni ben più drammatiche: l’odissea infinita dello stadio, la stagione deludentissima, un’identità societaria che si stenta a intravedere. Tutto sembra “il provvisorio affacciato sulla mediocrità”.

All’opposto per la Juve, ma con lo stesso aggettivo: “provvisorio”. La squadra non rischia crisi d’identità, ma mai s’era visto, a Torino un interludio siffatto, un balletto dell’incertezza, degno dei dubbi di Amleto: Allegri o non Allegri? Se l’allenatore toscano resterà, la squadra dovrebbe essere rivoluzionata, perché questi sono i suoi desiderata. Una rivoluzione che, per altro, non si addice al carattere resiliente, incline all’adattamento di Allegri.

Ma davvero questa rosa è da rifare? A occhio e croce si direbbe di no. L’unico vulnus, ripetuto da più d’un osservatore, è il centrocampo. L’attacco è formidabile, i terzini non sono da meno e, dunque, che rivoluzione andrebbe attuata? Forse un centrale giovane e affidabile. Molti paventano un allontanamento della qualità (Dybala, Cancelo, lo stesso Spinazzola) a favore di….? Già di chi e di che cosa?

Sembra davvero impossibile disciplinare, in parte, Cancelo in fase difensiva e fare in modo che Dybala possa convivere con Ronaldo? A soffrire, quest’anno sono stati Matuidi, Bentancur e Pjanic. Ramsey, in arrivo, è un centrocampista votato all’attacco, che non sarebbe del tutto a suo agio nella fase difensiva e aprirebbe problemi sulla tenuta arretrata del reparto. La domanda finale, dopo questa rivoluzione, giunge doverosa: restando Allegri "dovremo cambiare tutto per non cambiare niente", come nel "Gattopardo"?