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Massimiliano Allegri nel post partita di Udine ha parlato dei risultati ottenuti  per rivendicare il lavoro compiuto e dimostrare di meritarsi la conferma. Questo nella peggior stagione della Juventus da quando il tecnico è a Torino. Un controsenso che rispecchia l'assurda annata bianconera. Nonostante i due punti in più rispetto allo scorso campionato, la stagione risulta essere la più infelice dei sette anni da allenatore della Juve. Parlando solo di campo infatti, a quanto fatto in Serie A va aggiunta l'eliminazione dai gironi di Champions League e gli zero trofei conquistati. Dieci sconfitte in campionato (due in più rispetto al 2021/2022), solo 56 reti realizzate (erano 57 l'anno scorso). L'involuzione di Vlahovic, le difficoltà di Chiesa e Di Maria.

Tutti dati a cui Allegri risponde con tre "numeri" come ha detto lui. "Terzo posto, semifinale di Coppa Italia e Europa League in una stagione disastrosa come quest'anno", queste le parole nell'intervista a Dazn per cui secondo il tecnico si meriterebbe la riconferma. Ovvero di essere riuscito in un anno in cui è successo di tutto a centrare l'obiettivo della Champions League sul campo e arrivare (quasi) fino in fondo a due competizioni. Sono le carte che si giocherà Allegri anche nel vertice che lo attende con la società per definire quale sarà il futuro personale e della squadra in generale.

E alla fine, sarà John Elkann che prenderà la decisione finale. Lui che aveva messo al centro di tutto il tecnico livornese subito dopo a rivoluzione societaria. Dovrà decidere da che parte stare; se da quella di Allegri che ci ha tenuto ancora una volta a mostrare il bicchiere mezzo pieno o dall'altra parte. Quella invece guidata da Francesco Calvo e la parte di dirigenza (oltre alla quasi totalità dei tifosi), per cui non ci sono più le condizioni per ripartire insieme. Allegri ha messo tutto il poco che aveva sul piatto della bilancia, John deciderà se tutto ciò (compreso il contratto di altri due anni) peserà abbastanza per la conferma.