INTER-JUVE - "Ho a disposizione dei giocatori che hanno cuore. Nel calcio se non hai cuore non vinci, questo è importante. In quel momento ci vuole anche un pizzico di fortuna ma la fortuna devi anche andartela a cercare. Gli ultimi dieci minuti rappresentano altre partite, prima i passaggi indietro al portiere troncavano i match".
PASSERELLA - "Sono contento perché sabato i ragazzi avranno la possibilità di fare la passerella davanti ai propri tifosi. Ringrazio questo gruppo qui, che nel primo anno mi ha accolto nel migliore dei modi".
CAMBIARE TUTTO - "Tutti gli anni sono diversi. La scorsa stagione ho semplicemente messo dentro i giocatori con tutta la tecnica che avevamo a disposizione, li ho messi dentro e responsabilizzati perché rischiavamo di perdere il campionato. Quest'anno, dove tutti dicevano di andare sull'onda dell'anno scorso, mi sono accorto di non poterlo fare perché era passato il momento magico. Qualcuno doveva essere messo in discussione".
BEL GIOCO - "Il giocar bene o il giocar male è relativo. Quest'anno siamo quasi il migliore attacco, insieme alla miglior difesa. A volte non riesco a spiegarmi, perché dico che stiamo riducendo il calcio a troppa teoria. Me l'hanno insegnato i vecchi allenatori, che sono stati messi troppo da parte. I ragazzi vengono allenati nei settori giovanili come polli d'allevamento, il calcio invece è estro, è tecnica. Non devo fare l'esteta per far contenta la gente. Ci sono componenti imponderabili nel calcio, senza nulla togliere a quelle squadre che hanno giocato meglio della Juve. Ma alla fine devi arrivare al risultato".
GIOCARE MALE - "L'anno scorso abbiamo giocato male fino a gennaio, ed eravamo in testa al campionato. Siamo arrivati a Firenze, abbiamo perso e ho deciso di cambiare. Ma non è che giocavamo benissimo, stavamo chiusi e ripartivamo. Il secondo anno, quando la Juve ha fatto 25 vittorie su 26, facevamo uno-due tiri e facevamo un gol senza prenderne. Quest'anno siamo partiti giocando male, ma per vincere il campionato devi avere la miglior difesa, questo la Juve ce l'ha sempre avuto nel proprio dna".