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La sfida di domani, Juve-Milan, non viene percepita per valore, nobiltà, storia e nemmeno come spareggio per il secondo posto. Sembra semmai la partita tra due allenatori il cui destino appare segnato. Sia per Massimiliano Allegri che per Stefano Pioli infatti tira aria di separazione a fine stagione, nonostante entrambi hanno un contratto fino al 2025.
 

Allegri contro Pioli: sfida tra due uomini 'soli'


Hanno ancora un anno di contratto, Allegri più staff , Pioli più staff . I contratti di divorzio da Juve e Milan, scrive Tuttosport, assomigliano a un gigantesco labirinto con minuscola via d’uscita, perché c’è in gioco l’orgoglio, quasi più dei soldi.  Allegri è in linea con gli obiettivi stagionali e perciò si sente in diritto di puntualizzare con i numeri, anziché le telechiacchiere. Più o meno lo stesso vale per Pioli, che però sconta un declino tristemente punteggiato dai derby persi a San Siro.
 

Rivoluzione in società


Più in generale, anche la situazione intorno ad Allegri e Pioli è cambiata in maniera simile.  Là dove c’erano Marotta, Nedved e Paratici, più Cherubini e struttura tecnica ambiziosa, adesso c’è solo Giuntoli. Là dove si stagliavano le figure di Boban e Maldini, più Massara e compagnia, adesso si affaccia Ibrahimovic accompagnato da Moncada, si legge. Non è la stessa cosa. E pure se le liste per il privé della tribuna d’onore sono state anche piene di imbucati, semplicemente a scorrere gli staff dirigenziali si intuisce che Juve e Milan non hanno più la potenza (e un po’ la prepotenza) dei tempi d’oro.

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