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“L’addio di Bonucci? “Mi è dispiaciuto molto, perché Leo sarebbe stato il futuro capitano della Juventus. Un uomo spogliatoio che nel futuro avrebbe insegnato e trasmesso il dna bianconero. Però ha fatto una scelta e di questo non ne va fatta una colpa a nessuno: né a lui, né alla società e nemmeno all'allenatore”, musica e parole di Max Allegri che nel giorno del suo 50esimo compleanno torna sull’addio più chiacchierato dell’estate. Nell’ultimo anno a Torino il rapporto tra Allegri ed il neo difensore del Milan si è deteriorato fino ad arrivare allo strappo finale che, per ammissione dello stesso Bonucci, è stata la tribuna punitiva di Oporto. L’ex difensore bianconero non è l’unica stella ad aver lasciato la Juve a causa di alcune divergenze con il tecnico che, però, è sempre stato sempre ‘protetto’ dalla società.

Proprio come Bonucci anche Dani Alves ha additato il tecnico bianconero come maggiore ‘artefice’ del suo addio alla Juve. Dal difensore brasiliano non sono mai arrivati attacchi diretti nei confronti del tecnico di Livorno ma tra le righe delle sue parole si è potuta leggere tutta l’insofferenza verso un calcio troppo difensivo rispetto a quello a cui era abituato l’ex Barcellona. La scorsa stagione, specialmente la prima parte, è stata ricca di insubordinazioni contro Max: da Dybala a Bonucci fino ad arrivare addirittura a Khedira sono stati diversi gli attriti tra Allegri e parte dello spogliatoio e anche negli anni precedenti della sua gestione il tecnico si è ritrovato al centro di polemiche ‘create’ dai suoi calciatori.

La Juve, però, non ha mai avuto dubbi su chi supportare. Al termine della passata stagione e a pochi giorni dalla debacle di Cardiff (a proposito di screzi…) la dirigenza ha prolungato il contratto di Allegri fino al 2020 con stipendio alzato fino a toccare quota 8 milioni di euro all’anno, bonus compresi. Anche punto di vista dello stipendio è Allegri il top player della Juve (Higuain con 7,5 milioni di euro è il calciatore più ‘ricco’ della rosa) e il prolungamento è stato l’ennesimo segnale della dirigenza alla squadra: prima viene la società, poi l’allenatore e poi i singoli. La gerarchia bianconera non è mai stata scalfita da nessuna stella e anche con Allegri al timone la storia non è cambiata. Non a caso, poche settimane dopo la firma sul nuovo contratto, sia Dani Alves che Bonucci hanno fatto i bagagli e lasciato Vinovo.

Dani Alves e Bonucci non sono però gli unici ad aver avuto problemi con Allegri. Proverbiale, in questo senso, il sonoro ‘Cagon’ (che non ha bisogno di traduzioni) urlato da Tevez allo stesso Allegri al momento della sostituzione nella semifinale di andata di Champions League del 2015 con i bianconeri sopra nel punteggio per 2 a 1. Tevez non ha mai parlato pubblicamente di dissapori con l’allenatore ma sta di fatto che dopo il suo primo anno con Allegri anche lui decise di andarsene dalla Juve per tornare al Boca. Anche in quel caso la società acconsentì alla partenza dell’argentino tenendosi stretto il suo tecnico.

I risultati, d'altronde, hanno sempre parlato per Allegri. In tre anni alla Juve non è mai stato eliminato da una sola competizione tranne che dalla Champions League del 2016, terminata agli ottavi dopo un ritorno sontuoso giocato all’Allianz Arena. La società, insomma, non ha regalato niente ad Allegri ma la prossima stagione non sarà la stessa cosa. I bianconeri hanno cambiato pelle ogni estate negli ultimi sei anni mantenendo comunque sempre ben alta l’asticella. Quest’anno però sarà diverso perché due campioni se ne sono andati denunciando apertamente dissapori con il tecnico. Per questo mantenersi vincenti in Italia e continuare a livelli altissimi in Europa conterà più che mai, specialmente per Allegri.

@lorebetto