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Massimiliano Allegri, ex allenatore della Juventus, accostato al Manchester United per il futuro, ha parlato alla Football Coaches Association e, in seguito, a Przeglad Sportowy. Queste le sue dichiarazioni, riportate da Gazzetta.it:

UNITED - "Non parlo inglese ancora abbastanza bene, ma sto imparando".

STRATEGIA - "Sono uno che ascolta più di quanto parlo. Quando sono arrivato a Torino dopo Antonio Conte, molti hanno pensato che fossi fregato e che il ciclo vincente della Juventus fosse finito, perché la squadra era satura. Vero, la situazione non era perfetta, perché ho trovato una squadra che aveva bisogno di essere ricostruita, il che era eccitante, ma anche rischioso, perché potevi fallire e alla Juve il fallimento non è contemplato. Ecco perché ho dovuto cercare dei modi diversi per stimolare il gruppo, ho ascoltato e ho cambiato. Esistono due modi per essere un buon allenatore: autoritario e aperto. Io preferisco quest’ultimo, quindi ascolto più che parlare: in questo modo ricevo più informazioni dall’esterno, che cambiano positivamente il mio mondo, perché mi spingono a mettere in dubbio le mie idee. Se penso che qualcosa vada bene al cento per cento, ne sono preoccupato e mi consulto su questa opinione con chi mi sta attorno".

IBRAHIMOVIC - "Al Milan Ibra era sempre inca**ato perché gli altri non riuscivano a stare al passo con lui e per due anni gli ho spiegato che gli altri non giocavano come lui e Ibra ha dovuto capire questa cosa".

MANDZUKIC - "Un allenatore deve saper usare un giocatore per quanto può offrire ed è per questo che Mandzukic è così speciale per me, è un grande calciatore e mi ha dato un incredibile spazio di manovra. In passato ha spesso cambiato squadra, ma adesso è alla sua quinta stagione alla Juventus e questo è uno dei miei più grandi successi".