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Il “saggio” quando ha raggiunto la vetta della montagna più alta si siede, riposa e ringrazia gli dèi per averlo protetto. Poi torna a valle prefigurandosi un’altra impresa. Il “temerario” una volta lassù loda soltanto se stesso e si domanda semmai sia in grado di salire ulteriormente verso il cielo. Ovviamente non può, ma illudendosi di possedere le ali perde la testa e finisce di sotto. Schegge di filosofia spicciola che dovrebbero far riflettere Massimiliano Allegri. Un allenatore il quale, arrivato alla Juventus sottotraccia, ha sempre badato a non mostrare quella parte di se stesso la quale evidentemente gli appartiene.

Sobrietà e modestia sono sempre state le qualità che lo stesso popolo bianconero non ha potuto fare a meno di riconoscere al tecnico livornese. Tutto ciò fino al momento nevralgico di Cardiff dove, negli spogliatoio durante l’intervallo, è accaduto di tutto e di più con lo stesso Allegri che ha sostituito la sua autorevolezza con atteggiamenti di insospettabile autoritarismo. Da quel momento ecco manifestarsi la lunga coda di veleni “interni” il cui effetto è culminato nel muro contro muro tra l’allenatore e uno fra i giocatori più rappresentativi e carismatici della Juventus ovvero Leonardo Bonucci. Peccato che a fare le spese del conflitto tra i due duellanti sia stata alla fine la stessa Juventus e il suo popolo.

L’approdo di Leonardo Bonucci nel porto del Milan non sarà indolore per tutti gli avversari dei rossoneri nel prossimo campionato. La squadra di Montella si è assicurata un autentico leader il quale possiede tutte le qualità, agonistiche e morali, per farsi valere come punto di riferimento in campo e fuori. Non a caso gli è stata subito consegnata la fascia da capitano. Esattamente speculare alla vicenda di Andrea Pirlo quando, fatto allontanare proprio da Allegri al Milan, divenne la guida per la Juventus resistendo fino a quando non si trovò nuovamente a incrociare il tecnico che lo aveva ripudiato. Il destino talvolta mischia le cere in maniera imprevedibile.

Da adesso in avanti, è proprio il caso di affermarlo anche con una certa ruvidezza, sono davvero cavoli di Allegri. Lui che da persona e allenatore ragionevole disponibile al dialogo si è trasformato in personaggio “temerario” per la serie “qui-comando-io” e “o-lui-o-il sottoscritto” dovrà fare moltissima attenzione per non cadere dalla cima della montagna raggiunta anche grazie ai suoi giocatori, Bonucci compreso. Sarà tutt’altro che semplice. Dopo tre scudetti, anche soltanto per la grande legge dei numeri, appare problematico che la Juve riesca a fare poker. Le alte “stelle” non staranno a guardare. Il Milan men che meno. Non vorremmo che Allegri si dovesse pentire, strada facendo, per aver rifiutato prima l’Inghilterra e poi la Francia. Non lo farà soltanto in un caso di vittoria della Champions. L’ultima montagna che gli resterebbe da scalare.