Il duello di questa settimana della rubrica Juventus Fight Club è appunto quello in corso, nell'ambito del tifo bianconero, fra 'risultatisti' e 'prestazionisti'. A dirimere gli schieramenti c'è lui, Max Allegri, che come pochissimi altri allenatori nel corso della storia bianconera ha fatto suo il motto del club: vincere non è importante, ma è l'unica cosa che conta. I risultati degli ultimi tre anni e mezzo sono sotto gli occhi di tutti e sono inattaccabili: tre scudetti e tre Coppe Italia di fila, nessuno lo aveva mai fatto. Allo stesso tempo, due finali di Champions raggiunte e perse contro le due squadre migliori dell'ultimo decennio, gli extraterrestri Barcellona e Real Madrid. Considerato il momento di crisi del calcio italiano, sono due finali che hanno lo stesso peso di una coppa vinta ai tempi in cui il nostro calcio e i nostri club erano i migliori d'Europa.
Dall'altra parte, c'è una fazione del tifo juventino che, oltre ai risultati, vorrebbe anche il cosiddetto 'bel gioco': abbagliati dal guardiolismo, dal sacchismo e dal sarrismo, questi juventini non chiedono 'solo' vittorie, vogliono anche lo spettacolo. Chi sono questi tifosi che considerano uguali lo 0-0 con la Spal e lo 0-1 con la Lazio, dove la differenza fra due prestazioni uguali l'ha fatta l'invenzione strepitosa di un singolo, Dybala? Sono dei 'progressisti' che vorrebbero una Juve più moderna ed europea, nel gioco e negli obiettivi? O sono degli 'eretici' disposti a sacrificare il credo della casa madre (la vittoria) sull'altare della qualità del gioco?
Allegri la sua scelta l'ha già fatta, e non la cambierà mai ("Dobbiamo fare quello che sappiamo fare, non possiamo giocare come il Barcellona"), il club anche...