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Un po' per scelta, un po' per forza, la strada maestra sembra essere quella del 4-2-3-1. Un po' per scelta, perché Max Allegri avrebbe anche potuto insistere su altri sistemi o cercarne di diversi per provare a dare nuova linfa a una Juve che andava avanti e indietro tra un tentativo e l'altro. Un po' per forza, perché tutta la recente serie di infortuni ha di nuovo imposto ad Allegri delle scelte pure più semplici da prendere: l'assenza di Federico Chiesa su tutte, ma anche quella dei terzini (Danilo più di Mattia De Sciglio) e di Weston McKennie, alla fine le pedine a disposizione andavano sistemate quasi automaticamente secondo questo 4-2-3-1. Certo, serviranno test più probanti di Salernitana e Genoa per capire se effettivamente anche questa volta la svolta stagionale possa essere stata questa, come capitato (con ben altri interpreti e in ben altri contesti) nella stagione che poi condusse la Juve fino alla finale di Champions a Cardiff. Ma se erano anche le piccole a rappresentare un tallone d'achille per questa squadra, ecco che aver vinto contro Salernitana e Genoa abbastanza in carrozza non può che rappresentare un notizia positiva. Uno spunto di riflessione può essere legato a come la Juve cambierà, se dovesse ricambiare, quando Allegri tornerà ad avere tutti a disposizione. Un altro è quello che vede le quattro punte di questo assetto ancora in bilico guardando in avanti: il solo Paulo Dybala, al netto di quanto dichiarato ieri sera, è praticamente certo di restare anche in futuro alla Juve appena firmato quel rinnovo su cui comunque non ci sono dubbi. Per il resto vige la precarietà, da Kulusevski a Bernardeschi passando per Morata.

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