Nella versione 2021, Max non solo ha infilato tre reti di scarto rispetto al passato, ma ha incassato soprattutto quella gioia totale che viene da una nostalgia compensata. "Noi di te siamo sempre stati fieri - gli hanno scritto -, bentornato mister Allegri". Aver ritrovato uno stralcio di tifosi - qualche invitato, oltre quelli di lusso, sugli spalti della Continassa sapeva farsi sentire - dà la dimensione persino di questo: dell'enorme attesa generata dal suo vuoto e dell'incondizionato affetto che si riserva a chi consideriamo certezza.
IL PRIMO GIORNO - Dieci giorni dopo il rientro ai cancelli della Continassa, Allegri è sembrato il più divertito e il più attento. Sembra un paradosso, ma è il marchio distintivo di chi da sempre gioca la sua dimensione d'uomo e di tecnico. Prima della partita è tornato a vedersi il pugno duro: per un ritardo ha giustamente punito con l'assenza il pupillo Fagioli, il partente Frabotta e l'incognita (sul futuro) Di Pardo, tre che avrebbero macinato minuti e aiutato i compagni quest'oggi. Durante la gara, eccolo in purissima versione allenatore: ha istruito la squadra alla ricerca di una luce centrale, che la sua intuizione ha intravisto in Miretti. "Gioca facile, non forzare", le prime e sincere indicazioni. Miretti aveva il passo sveglio, e pure l'emozione del ragazzo: strafare non l'ha aiutato a brillare, di sicuro gli ha dato una strada da battere per il futuro.
REGISTI E PIANI FUTURI - La Juve, a parte forma fisica, carichi e naturali affaticamenti, ha già iniziato a chiarire alcuni aspetti del suo domani. A partire dal 4-3-3 costruito con gli uomini e non attorno ad essi. La ricerca costante di un filtro e dal filtro di un gioco sarà il leitmotiv di una stagione che dovrà esser tutto fuorché irregolare. E la sfida è d'altissimo profilo, così come la posta in palio: c'è proprio da essere divertiti e attenti, niente al caso ma senza forzare i tempi. Mancano tutti e però è bastato Allegri a generare quest'entusiasmo. E' appena iniziata e già potremmo dire che s'è chiuso un cerchio: da Cesena al Cesena, sette anni e tre gol (e scudetti, e coppe, e finali) dopo, è tutta un'altra storia, pure se è ancora da scrivere.