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Vincere è difficile, perdere molto di più. Prendete Allegri: la Juve cade con il Napoli e lui se la prende con il presunto amico Spalletti, colpevole - a suo dire - di avere protestato con arbitro e quarto uomo per tutta la partita. Ovviamente non sappiamo se sia vero (Luciano nega), non eravamo seduti tra le due panchine, ma anche se il tecnico azzurro avesse davvero avuto l'atteggiamento denunciato da Max, quest'ultimo avrebbe dovuto avere i nervi saldi e l'autocontrollo necessari per non prendersela. Anche perché, se pure avesse provato a condizionare l'arbitro, Spalletti non ci è riuscito: il Napoli ha vinto un po' per meriti propri, molto per demeriti juventini, di sicuro non grazie a Irrati.

Poi c'è Gasperini, il quale contesta il gol annullato all'Atalanta e il primo rigore concesso alla Fiorentina come se fossero errori evidenti, quasi scandalosi. Suvvia, occorre serietà: Zapata in fuorigioco interferisce chiaramente con l'azione della rete e il braccio di Maehle va verso la palla in occasione del penalty. Si potevano prendere decisioni diverse? Forse, ma sarebbero state molto più discutibili di quelle che l'arbitro Marini ha assunto al Var. Se osservate Gasperini mentre rivede al telefonino il mani del suo giocatore, vi accorgete che la sua primissima espressione non è affatto indignata, sembra quasi che dica: ci può stare. E in effetti i bordocampisti televisivi raccontano che anche qualche calciatore dell'Atalanta in panchina fa capire che le decisioni, in fondo, sono corrette. Ma occorre un alibi per i soli 4 punti conquistati finora da una squadra così ambiziosa, ed ecco che Gasperini manda il dg Marino a protestare in tv prim'ancora di andarci lui stesso.

Allegri e Gasperini sono grandi allenatori e ormai ne conosciamo pregi e difetti. Perciò, in queste loro storie, siamo spiacevolmente colpiti soprattutto da Max, uno sulla cui serenità di giudizio avremmo quasi scommesso. Di Gasp, invece, non ci sorprendiamo: è sempre sopra le righe e forse anche per questo ha trascinato l'Atalanta oltre i propri limiti. Ma un limite dovrebbe darselo lui, adesso che i bergamaschi sono diventati così grandi.

Di Stefano Agresti per calciomercato.com