1
La prestazione di Malmoe è stata convincente. Una partita di Champions risulta sempre difficile (Manchester United sconfitto dallo Young Boys, docet) e la Juve ha rialzato la testa. E’ l’unica italiana ad aver vinto, anche in maniera convincente. Ha “fatto” addirittura meglio di quando incontrò la stessa squadra anni fa, senza trovarsi nello stato confusionale con cui si presentava nella trasferta di martedì.

Ma gli esami, si sa, non finiscono mai: ora arriva il Milan, che pare la squadra più brillante del momento; per i bianconeri, sembra già un “fuori o dentro” il campionato. Però Allegri lo ha detto: “fra due mesi siamo a posto”. Due mesi non sono pochi. Evidentemente la transizione durata due anni (Sarri e Pirlo, una campagna acquisti discutibile per quanto riguarda il centrocampo) senza andare a buon fine, ha lasciato la squadra in mezzo al guado. Si è allenata poco, forse, ha dovuto prima “disimparare” quello che aveva male assimilato. Non una costruzione, insomma, ma una ricostruzione e, per dirla in maniera edile, trattasi di demolire per poi riedificare. Un doppio lavoro: fare le due cose insieme è difficile, se non impossibile. La crisi di Szczesny è stato l’imponderabile in agguato anche se il portiere polacco era reduce da un cattivo europeo.

Dato per perso o non pervenuto Ramsey, con un Bentancur a corrente alternata, ma con un Locatelli in più, Allegri proverà a rigenerare Rabiot e a vedere di che pasta è fatto Arthur. Rabiot è un mistero. Non sono in pochi a considerarlo fortissimo, comunque due anni in bianconero non lo hanno certificato. Eppure Buffon, che lo ebbe compagno di solo allenamento al PSG, lo definì “un fenomeno”. L’allenatore labronico lo elogia con uno scappellotto: “Non sa neanche lui quant’è forte”, come dire che dovrebbe accorgersene. Insomma chi lo vede in allenamento ne ricava un’idea, chi lo vede in partita ne ha un’altra.

Siccome il problema principale è il centrocampo (filtra male, imposta lentamente) sembra che Locatelli cambierà ruolo. Ossia andrà davanti alla difesa nella speranza di riuscire a colmare un vuoto o un rimpianto che va da Deschamps a Pirlo. Bentancur in quella posizione non convince, come Pjanic a suo tempo. E forse la vera scommessa, oltre a Rabiot, sta qui: trovare un giocatore che non subisca la pressione avversaria e che liberi centrocampisti più offensivi in avanti. Locatelli al Sassuolo non giocava così. Nemmeno in Nazionale, ma, probabilmente, su quest’esperimento si giocano le possibilità della Juve di ritrovarsi ed essere migliore di quella vista negli ultimi due anni.