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Il tono della voce si alza, come se a un certo punto Allegri dovesse riscrivere delle ovvietà con la sua mente. Si parla di Caceres, si parla della difesa, si parla degli ultimi problemi che rispediscono la Juve in fase di collaudo difensivo. Cos'è, allora, Martin? "Un grande acquisto", la sintesi del tecnico. Troppo stringata, ma allo stesso tempo ben sviscerata dai suoi continui riferimenti al campo. Ad esempio: col Parma, la prestazione è stata traballante, ma non da crocifiggere sull'altare del risultato. E se dalla mediana in giù son saltati i punti di sutura, non è certo colpa dell'uruguaiano. Difeso a spada tratta. A differenza di Rugani. 

A DIFESA DEL NUMERO 4 - Quanto di concreto vuole far capire Allegri è molto semplice: Martin non è un rimpiazzo. E' un giocatore che può rilevarsi determinante, in termini di gruppo e tatticamente. Può far alzare Cancelo, vero. Ma può anche starsene buono lì, nel mezzo della retroguardia. Non è certamente un upgrade affiancato alla cessione di Benatia, e Max lo sa. E sa anche quanto il nuovo numero quattro sia un onestissimo mestierante che è stato giudicato ancor prima di prendere sul serio il volo. A Parma, la Juve non ha pareggiato per presenza o assenza di qualcuno. L'ha fatto perché ha gestito in modo assurdo il finale di partita. "Eravamo vulnerabili", sì. Ma non per il cuore dell'undici spaccato dagli infortuni.