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Nella vita, talvolta, è bene essere un poco fatalisti. Aiuta a sognare e a giocare con la fantasia. Credo che proprio il destino, insieme con i dirigenti della Juventus e dell’Inter, sia all’opera per dirigere e per direzionare il futuro professionale di Massimiliano Allegri. Ho già avuto modo di scrivere che, al di là del risultato che i bianconeri otterranno in Champions, per il tecnico livornese il tempo di permanenza alla Juve è scaduto. Un evento del tutto naturale e persino fisiologico per chi fa il suo mestiere e forse non soltanto quello. E qui entra il gioco il destino, appunto.

Pensando ad Allegri e al suo futuro di bravo tecnico mi appare nella mente un “dejà vu”. Anzi due. Il primo è legato alla figura di Giovanni Trapattoni. Il secondo a quella di Marcello Lippi. Due persone e personaggi che hanno fatto parte della storia bianconera e che nel romanzo juventino hanno scritto pagine bellissime. Entrambi lasciarono Torino per spostarsi di poco lontano e raggiungere Milano dove sistemarono i loro bagagli sulla sponda nerazzurra. I risultati furono diversi, ma questo fa parte del gioco. Poi entrambi tornarono da dove erano arrivati, ma anche questo ha un’importanza molto relativa. Ora, credo e penso di non sbagliare, sarà Allegri che a fine stagione andrà a sedersi sulla panchina dell’Inter. E questo per svariati motivi, anche di carattere personale e privato.

La presenza di Marotta al vertice operativo della società nerazzurra è la prima garanzia a sostegno di questa tesi. Il direttore interista fu l’uomo che fortemente volle il tecnico livornese nella Juventus quando era lui a gestire il mercato. Il rapporto professionale, negli anni per entrambi vincenti oltre ogni aspettativa, si trasformò in ottima amicizia e considerazione del lavoro l’uno per l’altro. Il buon senso mi suggerisce che i giochi siano già stati fatti anche perché è proprio in primavera che vengono composte le strategie per il futuro. Accadde così anche per il Trap il quale, ancora alla Juventus, un giorno in Spagna e prima di una gara di Coppa mi confidò di essersi accordato con il presidente Pellegrini. Lo stesso Lippi quando lasciò la Juve a lavori in corso dopo la sconfitta casalinga con il Parma aveva già dato la sua parola a Massimo Moratti nella sua villa a Forte dei Marmi. Tra l’altro Allegri avrà il privilegio di trovare una squadra, già sufficientemente strutturata e non da ricostruire nelle fondamenta, che di Spalletti non ne può più.

Il secondo aspetto della vicenda, come dicevo, riguarda la sfera privata di Allegri che non è meno importante di quella professionale. Il tecnico presto potrebbe diventare nuovamente papà e in questo caso, a differenza del passato e data la sua età ormai matura, proverebbe certamente il forte desiderio di essere ciò che non è mai stato e cioè un buon padre di famiglia tanto presente e poco assente. Basterebbe questo per immaginare un Allegri che non prende la valigia per andare a lavorare in un Paese straniero anche se, oggi, le distanze si sono molto ridotte. La sua compagna, Ambra Angiolini, vive a Brescia con i suoi figli avuti da Renga e soprattutto ha raggiunto il suo vertice professionale come attrice lavorando principalmente in Italia . Ma da Milano a Brescia e ritorno è una passeggiata. Per essere felici non bastano i successi sul lavoro. Allegri, immagino, sceglierà la felicità. E forse lo ha già fatto.


@matattachia