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Dopo il pareggio contro il Genoa Massimiliano Allegri ha provato ad ostentare tranquillità, sia di fronte alle telecamere che in conferenza stampa. Il 'Max furioso', nella pancia dello Stadium, non si è visto. "Non ho urlato negli spogliatoi", ha ammesso ai microfoni di Sky, eppure è difficile pensare ad un Allegri sereno di fronte a risultato e prestazione maturati contro il Genoa. Anche perché, nonostante la tranquillità, un paio di frecciatine Allegri le ha fatte partire.

FUORI DALLA PARTITA - ​"Siamo usciti dalla partita dopo un buon inizio di ripresa e invece di fare il 2-0 abbiamo pareggiato. Sono situazioni che non devono capitare, attraverso questi match passano gli scudetti" e ancora: "In area non c'è niente da fare, in area bisogna marcare e abbiamo avuto tempo di farlo per 4-5 secondi prima che partisse il cross di Kouame." Le responsabilità, insomma, sono chiare e non sono da addossare su un singolo calciatore ma su tutta la squadra che ad inizio ripresa ha perso la testa prima ancora di perdere compattezza. Il gol del Grifone è stata una naturale conseguenza.

PARTITA DA CHIUDERE - La verità è che questa Juve non è fatta per gestire le partite. O meglio, con un solo gol di vantaggio la Juve non può permettersi solo di gestire le partite, anche perché quando succede che gli avversari segnano, puoi buttare dentro anche tutti gli attaccanti che hai, ma il rischio è quello di ingolfarsi, come oggi, specialmente se ognuno gioca per conto suo. Allegri, alla vigilia, aveva avvertito i bianconeri che troppi complimenti non fanno bene, aveva detto che la partita dopo la sosta è sempre un enigma ma la sua parola, a quanto pare, è rimasta inascoltata come quella di un genitore che dice al proprio figlio di non andare in bici senza mani. In fondo, quegli avvertimenti sono un po' come frasi fatte. E invece poi succede che cadi, batti i denti e piangi. Come è successo oggi alla Juve. Allegri l'aveva detto e ora i bianconeri dovranno imparare a fare più attenzione. Al campo e alle parole.

@lorebetto