Ma cosa c’è dietro l’etichetta appesa nell’ufficio del professore a lungo braccio destro di Donadoni? A spiegarlo c’è un altro collaboratore dell’ex ct azzurro, nella squadra cinese dello Shenzen, Massimiliano Maddaloni, intervistato da Tuttosport: “con l’allenatore definiva gli obiettivi tattici e fisici settimanali e mensili, poi programmava il lavoro per cercare di raggiungerli”. Ma cosa ha colpito la Juventus tanto da volerlo in organico per poi dargli maggiori responsabilità? “Ha creato un programma computerizzato – continua Maddaloni - in cui riesce a ottimizzare le performance di ogni giocatore abbinando parametri fisici e tecnici. E’ un programma sul quale continua a lavorarci, cercando di perfezionarlo e migliorarlo. Ha fatto anche un master alla Bocconi e ha tenuto un paio di lezioni a Coverciano per spiegarlo. E’ piaciuto tanto alla Juventus che il club ha deciso di portarlo a Torino”.
Nello specifico, ecco come funziona il programma ideato da Andreini: “Ci sono dei coefficienti legati a peso, altezza, struttura fisica, forza nelle gambe, muscolatura, capacità di corsa, aerobica, accelerazione e decelerazioni che vengono monitorati a ogni allenamento. Per ogni giocatore c’è un programma personalizzato, sul quale incide anche il ruolo: prima vengono fatti dei test che stabiliscono il punto di partenza e, in base alle caratteristiche del giocatore, si definisce la performance e attraverso quali esercizi arrivarci in rapporto con il lavoro tecnico-tattico dell’allenatore: a seconda delle necessità, si stabiliscono le metrature degli esercizi, tempi di esecuzione e di recupero. E devo dire che nello Shenzen il 90-95% dei giocatori centrava l’obiettivo”. E per chi non li centrava: “si compensava con un lavoro singolo a secco”.
La speranza, adesso, è che il lavoro di Andreini sia salvifico e possa rimettere in piedi una squadra apparsa completamente scarica. Dai muscoli alla testa e viceversa, è ora che benzina e orgoglio tornino a pompare e che la Juventus di Monza o quella vista contro il Benfica sia solo un lontano ricordo. Un incubo da dimenticare.