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Non ha catturato le luci della sconfitta contro il Porto, ma tra i protagonisti in negativo della serata del Do Dragao c’è anche Alex Sandro. Il brasiliano è parso scarico, disattento in difesa e poco presente in fase offensiva. Prestazione che è sembrata il prodotto della stanchezza, reduce da diversi big match consecutivi da titolare (doppio confronto con l’Inter in Coppa Italia e Roma in campionato). L’ex Porto non riesce più a dare continuità alle sue prestazioni, al contrario di quanto dimostrato agli inizi dell’avventura in bianconero. A conti fatti, Alex Sandro è un problema per questa Juventus, essenzialmente per due motivi.

RENDIMENTO AL RIBASSO - Il primo ricade ovviamente sul giocatore stesso. 1.092 minuti giocati in stagione, suddivisi in 17 presenze. Quasi la metà del suo collega di reparto sulla fascia opposta, Cuadrado (1.898), a causa dei problemi fisici di inizio anno che gli hanno permesso di conquistare la prima presenza stagionale solo il 21 novembre contro il Cagliari, fermato dopo poco più di un mese dal coronavirus. In entrambi i casi il rientro è stato promettente, con strappi e spinta da vendere. Ma i molteplici impegni ravvicinati sono risultati un crash test fin troppo pesante per Alex Sandro, che ha progressivamente ridotto il suo rendimento, mettendo a referto un solo assist in tutta la stagione. La versione ammirata anni fa sembra solo un ricordo. Perché non farlo rifiatare? Semplice, perché non può essere sostituito.

FALLA NEL MERCATO – A onor del vero in panchina c’è Frabotta, che si è dimostrato affidabile per quanto sia giovane, ma che chiaramente non può essere impiegato per far riposare Alex Sandro nei match clou. Pirlo l’ha preservato in diversi casi attingendo alle rotazioni difensive, adattando Danilo sull’out sinistro, ma il titolare di ruolo resta Alex Sandro, che dunque non ha un’alternativa di pari livello, o anche superiore. Si tratta di una situazione che dura da diversi anni, emersa con prepotenza nella gestione Sarri, ma le strategie della dirigenza bianconera hanno puntato a rinforzare altri ruoli, lasciando l’out mancino con un solo padrone. Che però rincorre la sua stessa ombra da tempo: non è all'altezza per essere un titolare indiscusso, ma non può essere sostituito perché un’alternativa vera, in rosa, non c’è. Alex Sandro, che dilemma.