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Andrea Agnelli, a Repubblica, conferma la partecipazione della Juventus alla Superlega.

ANDIAMO AVANTI - "Fra i nostri club c'è un patto di sangue, andiamo avanti. Può andare avanti? Sì, ha il 100% di successo". 

VULNERABILITA' - "Vogliamo creare la competizione più bella al mondo capace di portare benefici all'intera piramide del calcio, aumentando la distribuzione delle risorse agli altri club rimanendo aperta con cinque posti disponibili ogni anno per gli altri da definire attraverso il dialogo con le istituzioni del calcio". 

MINACCIA - "Minaccia mortale per i campionati? Nessuna minaccia. C'è la piena volontà di continuare a partecipare a campionato e coppe nazionali". 

EQUILIBRIO SERIE A - "Bonus di 350 milioni è falso. Noi rimaniamo nelle competizioni domestiche, andremo a giocare in ogni stadio d'Italia, di Spagna e d'Inghilterra. Il nostro lavoro resterà intrinsecamente legato alle competizioni domestiche". 

MODELLO NBA - "L'alimentazione dei settori giovanili viene mantenuta. Ogni settimana darei ai tifosi le partite dei campionati nazionali e una nuova competizione, capace di avvicinare le generazioni più giovani che si stanno allontanando dal calcio". 

PER I GIOVANI - "I più giovani vogliono vedere i grandi eventi e sono meno legati agli elementi di campanilismo che hanno segnato le generazioni precedenti, compresa la mia. Un terzo dei tifosi mondiali segue due club che spesso sono tra i fondatori della Superleague, il 10 per cento segue i grandi giocatori e non i club, due terzi seguono il calcio più per “il timore di perdere qualcosa” che non per altro, e il dato più allarmante è che il 40% per cento di coloro che hanno fra i 16 e 24 anni non ha interesse nel mondo del calcio. Andare a creareuna competizione che simuli ciò che fanno sulle piattaforme digitali — come Fifa — significa andargli incontro e fronteggiare la competizione di Fortnite o Call of Duty che sono i veri centri di attenzione dei ragazzi di oggi, che spenderanno domani. «Il calcio sta vivendo una crisi enorme di appetibilità verso le nuove generazioni. Avere gli stadi chiusi da un anno per chi ha figli di 10-15 anni di età lo evidenzia: si interessano ad altro. È un processo accelerato dall’epidemia". 

ESPULSIONE UEFA - "Temo molto di più una situazione di monopolio di fatto con il tentativo di impedire a società e giocatori di esercitare le proprie libertà sancite dal Trattato dell’Ue. Bisogna uscire da questa situazione di monopolio dove i nostri regolatori sono i nostri principali rivali. È un esercizio delle libertà". 

ROMPERE L'ASSEDIO - "Abbiamo fiducia nella bontà della nostra iniziativa che crediamo avrà successo nel breve periodo. L’iniziativa intrapresa, come previsto dal Trattato Ue, porterà a veder riconoscere un nostro diritto. Per questo teniamo il dialogo aperto con istituzioni, Fifa e Uefa".

ILLEGALI - "L'Uefa ci considera così? Ciò che stiamo facendo è perfettamente legale. Stiamo esercitando una libertà prevista dal Trattato dell’Ue. E questo è molto importante". 

COMPETIZIONE APERTA - "Perché ci sono 5 posti disponibili e perché la Superleague affronta il maggior problema dell’industria del calcio che è la carenza di
stabilità. Le riforme delle competizioni, nazionali e internazionali, sono temi costanti dell’elezione dei presidenti delle istituzioni del calcio. È il momento di agire". 

TRATTATIVA - "Se ritengo di poter aprire con Uefa e Fifa? Nostro auspicio. Abbiamo scritto ai presidenti per dialogare. La Superleague va comunque avanti. Se ci faranno una proposta, la valuteremo". 

LE RISPOSTE - "Traditore? Che per quasi dieci anni ho lavorato nelle istituzioni sportive internazionali che detengono il controllo delle competizioni, con
un monopolio di fatto, senza sostenere alcun rischio economico. Perché i rischi ricadono solo sui club. Non sono riuscito a fargli capire quanto è alto il rischio economico per i club che generano valore per tutti gli stakeholder del calcio. O forse non hanno mai voluto capirlo. Dunque bisognava cambiare le cose. Cercheremo un accordo con Uefa e Fifa. Ceferin e il telefono spento? Sono dettagli di vita personale che si commentano da soli".

RESTARE IN A - "La tradizione del calcio risiede nei campionati domestici. Per noi i tifosi sono importanti e devono avere la possibilità, ogni domenica, di
venire allo stadio". 

LE REAZIONI DEI LEADER POLITICI - "La posizione di Draghi è di grande buon senso. Lo sport è da sempre contro le ingerenze della politica. Se i leader politici vogliono intervenire sul fronte economico — dove stimiamo perdite fra i 6,5 e gli 8,5 miliardi di euro — sarà positivo, soprattutto sul fronte con la Uefa".

L'IMMAGINE - "Mi aspettavo una reazione simile e credo potrà andare avanti ancora per qualche settimana. Bisognerà iniziare a dialogare". 

SULLA SUPERLEGA - "La volontà politica è maturata negli ultimi 20-30 anni. Credo che non si sia capito qual è stato l’impatto della pandemia nel mondo del
calcio, al punto che nel budget 2021-2022, che è stato presentato nel dicembre 2020, i presupposti che Uefa ha fatto sono da brividi. Cito: “Le cifre presentate si basano sulla crisi sanitaria superata senza impatto su competizione e eventi, il calcio sta continuando normalmente”. La massima istituzione del calcio europeo a dicembre del 2020 diceva questo. Istituzione che, vi ricordo, non ha nessun rischio economico nell’industria che regolamenta e con la quale compete. Questo conflitto d’interessi è importante sottolinearlo".

SFIDA ALLA UEFA - "Bisogna tener presente che l’Uefa gestisce i nostri diritti, li vende, decide quanti che ce ne redistribuisce e ci regola pure. Senza affrontare alcun rischio economico. Ed inoltre è un nostro rivale. Mi pare un aspetto di grande valore per un’industria da 25 miliardi di euro. Fifa e Uefa fanno grandi ricavi con i nostri giocatori ma non ci hanno aiutato nei momenti di crisi. Devono scegliere: o fanno i regolatori o i promotori commerciali".

INTER E MILAN - "Com'è nata convergenza? In maniera naturale. Con Marotta? Molto bene. Il rapporto con lui è sempre rimasto buono. Abbiamo vissuto assieme otto anni straordinari, l’affetto resta inalterato". 

NAPOLI - "Se trattiamo con altre squadre italiane? Non posso confermarlo. Sarà sempre il cda a decidere". 

TRASMISSIONE SUPERLEGA - "Ci sono condizioni tecniche e commerciali che devono essere soddisfatte".

DAL PINO - "L’ho chiamato per spiegargli che eravamo in stallo dopo la proposta sulla gestione dei fondi. Aveva un ruolo di garanzia che non ha svolto nella gestione della Lega".

TEDESCHI E FRANCESI - "La loro decisione indebolisce? No, crea opportunità. Per loro o per altri". 

ESPULSIONE DAI CAMPIONATI - "Non sarà così. Se avvenisse sarebbe un grave abuso. Quanto stanno minacciando è illegale. Se ciò avvenisse non sarebbe solo un monopolio ma una dittatura. Vogliamo rimanere vicini ai nostri tifosi".

CAMPIONATO - "In questo momento in Gran Bretagna le squadre che si candidano alla Champions sono Leicester e West Ham. Non per questo DAZN cambierà i suoi piani. Le circostanze mutano". 

CALCIO BUSINESS - "Il calcio non è più un gioco ma un comparto industriale e serve stabilità. Anche a livello domestico. In Europa la partita che vale di più non è la finale di Champions ma i play-off della prima divisione inglese per accedere alla Premier League: ben 150 milioni. Questa non è stabilità. Servono regole economico-finanziarie ferree come quelle stabilite nella Superleague".

DAVIDE CONTRO GOLIA - "Lo sport ne esce indebolito? Allora partiamo dai dati: nei quarti di Champions abbiamo tutte le squadre che dovevano essere lì, in Germania il Bayern ha vinto 8 campionati di fila, in Francia c’è un’egemonia, in Spagna un duopolio e in Italia negli ultimi cento anni di storia 80 campionati sono stati vinti da Juventus, Milan e Inter. Dunque l’ambizione delle piccole è legittima ma dall’altra parte abbiamo una statistica lunga un secolo". 

SQUADRE PICCOLE -"All’origine vincevano le squadre delle grandi città — da Bucarest a Belgrado — perché avevano grandi stadi e grandi entrate, poi c’è stato l’avvento dei diritti tv e si sono imposti i Paesi: Inghilterra, Francia, Germania, Spagna e Italia. Tutti gli altri — dall’Olanda alla Serbia — sono spariti non perché non meritevoli bensì perché non appartenenti a Paesi con un Pil che garantiva diritti televisivi importanti. Il prossimo passaggio sono i marchi globali: possono garantire entrate per garantire alla piramide del calcio ritorni davvero fiorenti. Per questo nasce la Superleague". 

SCONTRO - "Ho parlato con Gianni Petrucci, presidente della Federazione italiana pallacanestro. Nel basket hanno trovato una coesistenza. È un precedente e riguarda il secondo sport europeo. Se osserviamo il percorso che ha portato alla nascita dell’Eurolega e dell’Eurocup troviamo un percorso analogo al nostro. Perché il calcio no?". 

PRESIDENZA JUVE - "Sono saldo? Chi afferma il contrario mi porta bene". 

TIMORI E RASSICURAZIONI - "Mi rassicura il progetto di creare il campionato più bello del mondo, mi preoccupa il populismo che ostacola il dialogo su questa
iniziativa". 

I GIOCATORI - "Reazioni? Mi hanno chiesto quando si comincia. Temono di non giocare in nazionale? Non mi sembra. C'è stato anche un comunicato dell'Unione dei calciatori europei molto significativo. Gli hanno detto di fare attenzione con simili minacce". 

LE LETTERE - "Ci sarà battaglia legale con Uefa e Fifa? Altrimenti ci sarà un confronto su ragioni tecnico-legali". 

RADIATI DAL CAMPIONATO - "Se il sistema calcio non dovesse permettere alle singole società di esercitare le libertà previste dal Trattato Ue dovremmo riflettere con attenzione. Per le implicazioni che potrebbero esservi in altri ambiti della società civile".

CAPPELLO UEFA - "Non so. Un dialogo può partire da posizioni molto distanti come quelle attuali, ma è lo strumento per risolvere i problemi complessi". 

PENTITO - "Se sono pentito di aver preso Ronaldo? Mai. Se tornassi indietro, lo rifarei sempre. E di Pirlo? Neanche".