L'ANALISI - "L'impatto della crisi è evidente anche sul calciomercato, quest'anno ci sono stati movimenti per 3,9 miliardi di euro contro i 6,5 miliardi dell'anno passato. Significa 2,6 miliardi in meno da un anno all'altro. Senza contare gli aspetti della solidarietà dei club. Questo ci dimostra che stiamo navigando in mari molto, molto mossi. Questa analisi vale per i campionati di primo livello, difficile analizzare quanto è successo nei campionati minori: seconda e terza divisione, campionati dilettantistici, infrastrutture e perdita del posto di lavoro che dimostrano come il calcio stia vivendo un momento molto complicato, e che dice che dobbiamo fare delle riflessioni serie per il futuro della nostra industria. C'è la necessità di rivedere calciomercato e accordi collettivi con i calciatori per avere gli strumenti per operare in un momento di crisi".
IL FUTURO - Vogliamo avvicinarci al futuro con una prospettiva nostalgica o progressista? E' nostro dovere pensare al futuro affinché il calcio resti, nei prossimi decenni, lo sport più popolare al mondo . Abbiamo un pubblico molto più segmentato rispetto al passato. La Generazione Z fra meno di cinque anni diventerà il consumatore e dobbiamo chiederci: quello che viene offerto loro in questo momento è quello che vogliono? Dobbiamo fornire loro competizioni entusiasmanti".