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Una lunga intervista che ha detto tanto sul momento della Juve ed ha fatto capire qualcosa sul suo futuro. L'intervento del presidente della Juventus Andrea Agnelli ha toccato, in maniera non marginale, il futuro di Maurizio Sarri e Fabio Paratici. Coloro che, naturalmente, finiscono sempre al centro delle polemiche quando le cose, sul campo, non girano nel verso giusto. Il voto alla stagione, per ora, è ottimo: "​Siamo primi in campionato in semifinale di Coppa Italia e agli ottavi di Champions, abbiamo avuto una piccola sbavatura con la Supercoppa se vogliamo ma tutto sommato una valuta una stagione e non una partita anche se a volte una partita può fare la differenza". E poi ancora: "Pensare di vincere tutti gli anni febbraio è sciocco. Gli scudetti normalmente si vincono a maggio. Essere primi in classifica è un buon punto di partenza. Le modalità sono in linea con le aspettative. Siamo un punto sopra agli altri, quindi si".

SARRISMO - Agnelli bada al sodo. L'ha sempre fatto e sempre lo farà. Del bel gioco gli interessa il giusto. Lui non vuole perdere l'abitudine alla vittoria. Sa che statisticamente il ciclo terminerà, ma ancora è troppo presto. "Chi vuol vincere non è allegriano, è juventino - dice -. Sgombriamo il campo da questo dogma. Statisticamente abbiamo vinto 8 scudetti, siamo in corsa per vincere il nono, faremo di tutto per vincerlo, vorremmo vincere anche il decimo, ma la statistica a un certo punto dice che non sarà sempre così". Anche per questo difende Sarri a spada tratta: "A inizio agosto ha detto che lui vuole avere un impatto fino a 70 metri, trovo fuori luogo le critiche di oggi, se si riprendono le parole di Sarri di inizio agosto dice esattamente quello".

JUVENTINO - C'è anche un pizzicotto del presidente bianconero al suo allenatore, una frase che fa capire come Sarri ci abbia messo un pò a calarsi nella realtà juventina che ora invece lo vede sempre più a suo agio. Commentando le parole di Commisso dopo Juve-Fiorentina il presidente bianconero ha dichiarato: ​"Mi hanno fatto piacere perché hanno fatto capire a Sarri che cosa cosa vuol dire essere Juve, con quale semplicità si può scatenare una violenza mediatica su di noi. Una battuta che ha fatto l'altro ieri e passata completamente inosservata. Se il rigore che è stato dato alla Spal fosse stato dato a parti invertite si sarebbe aperto un caso superiore a quello che stiamo vivendo. Quando uno mi fa un favore non devo ringraziarlo". L'avevamo scritto anche noi QUI. Quelle parole di Sarri sono state le prime vere da comandate bianconero dopo alcuni scivoloni di fronte alle tv. Soprattutto a Napoli.

GUARDIOLA - Ma se con una mano il presidente dispensa carezze, con l'altra non dà schiaffi ma quantomeno mette in guardia: "​Non pensare a Guardiola diventerebbe un'eresia - dichiara -. In questa fase sua è molto felice dove è. Anche oltre le situazioni contingenti. Quando uno fa determinate valutazioni sa che cosa sta facendo un professionista che vorrebbe nella sua società per ricoprire un determinato ruolo. Se io sono felice dove sono, difficilmente lascio per andare altrove. Prossima estate? In questo momento siamo molto felici con Sarri, devo dire che il grosso del dialogo della cena che ho avuto con lui era l'impostazione a 1,2,3 anni". Ma Agnelli parla anche di un altro allenatore accostato alla Juve, Simone Inzaghi: ha fatto un grandissimo lavoro. Bisogna vedere come, se e quando reagirà all'obbligo di dover vincere. A scendere in campo con quell'obiettivo". Nel futuro però c'è sempre Sarri, sulla carta il progetto è destinato a durare altri anni ma in bianconero tutti dipendono dai risultati. Anche Paratici.

PARATICI - Lo Chief Football Officer non è in discussione, per ora. Ma da lui sono dipendono e dipese le sorti della Juve sul campo. E' lui che sceglie allenatore e giocatori, che stanno, che arrivano e che se ne vanno. E il suo operato verrà valutato da Agnelli in una data ben precisa: "Ha iniziato il percorso nel 2018, questo primo ciclo per scadenze naturali è il 2021, si parla di cicli, ma non c'è una data di scadenza come gli yogurt". Non è sotto esame, Paratici: "E' un grandissimo dirigente, l'ha dimostrato negli anni scorsi e lo sta dimostrando tutt'ora dal mio punto di vista non è sotto esame. Rispetto al passato è sotto i riflettori prima no. Ogni volta che si specula sul futuro, si pensa sempre che è lui il responsabile. Uno deve valutare il percorso di un dirigente come Fabio, non è assolutamente sotto esame". La linea tracciata, quindi, è il 2021. Per Sarri invece i conti potrebbero essere fatti anche prima se è vero, come dice Buffon, che sarebbe felice di vederlo ancora sulla panchina della Juve la prossima stagione perché "vuol dire che avremmo vinto qualcosa". Il messaggio di Agnelli arriva forte e chiaro e fondamentalmente è quello di sempre: "Vincere non è importante ma è l'unica cosa che conta".

@lorebetto