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Andrea Agnelli, Presidente della Juventus, è intervenuto dal teatro Sociale di Trento, in occasione del Festival dello Sport di RCS. Lui, Urbano Cairo (presidente del Torino) e il presidente della Uefa Ceferin sono protagonisti di una lunga chiacchierata, tra campo, coppe e futuro. Ecco le dichiarazioni raccolte da ilBiancoNero.com.

Il primo intervento di Ceferin: "L'obiettivo è modernizzare un calcio che sta cambiando. L'introduzione della terza coppa va verso le volontà dei club, che vogliono essere sempre di più e allargare il numero dei protagonisti nelle competizioni internazionali. Questo segna il loro prestigio. E' qualcosa che verrà sottoposto all'approvazione a dicembre. Anche la Champions è cambiata e cambierà. Dobbiamo semplificare, ma Agnelli potrà parlarne meglio dal punto di vista dei club, visto che è presidente dell'ECA. Lui sa e capisce che se non sviluppiamo il calcio, anche ampliando in tanti più piccoli Paesi, il calcio andrà morendo".

Le parole di Agnelli: "Ho il piacere di essere qui a condividere questo incontro. Quando parliamo del futuro del calcio, si deve mettere come base la passione. Siamo in una fase di valutazione per il calcio del futuro: la modifica della Champions per ora è stata minima (introduzione della 4a squdra) e ne ha beneficiato la Germania. Si cerca maggiore inclusione, ma puntando sulla qualità. In Italia ci appassioniamo solo al gioco vero, ai turni importanti, le qualificazioni hanno poco seguito, lo dimostra l'Atalanta. Però nei mesi estivi ci sono 10 partite in due mesi, l'esigenza dei club di mezzo è vedere razionalizzato questo calendario per migliorare. La Uefa ha questo interesse, noi siamo con loro, loro sono con noi. Il 2024 è un foglio di carta bianca: lì scade il calendario internazionale, da lì in poi si può scrivere qualcosa di nuovo. In questo momento abbiamo tornei che iniziano sfalzati, che si giocano in mesi diversi, ma anche un massimo di partite diverse: quindi c'è margine per ottimizzare il tutto, armonizzare. Il centro degli interessi è evidentemente l'Europa. Si penserà tutti insieme a un ribilanciamento delle coppe nazionali, dei calendari, che vuol dire anche maggiore solidarietà per i Paesi che ne hanno bisogno. Avere un foglio bianco davanti per me è emozionante, una sfida che può essere vinta se tutti gli investitori lavoreranno con passione". 

"Club World Cup? Non siamo soddisfatti, non funziona. Oggi non si sa cosa sia, prima il mondo con l'Intercontinentale si fermava a guardare, ora non si sa bene. Ma prima di cambiare, bisogna mettere ordine".

Ceferin: "Per me la Superlega danneggerebbe il calcio a livello mondiale. Sarebbe noiosa. Perchè se pensiamo a Juve e Bayern che giocano ogni settimana è più noioso di guardare Juve-Torino, per dire. Per me è fuori questione e finchè sarò qui combatterò in ogni modo per non farla. Se parliamo di una Lega chiusa possiamo dimenticarci di sviluppo del calcio e di solidarietà. Le società alla lunga ci perderebbero".

Agnelli: "Parliamo di un sistema chiuso, spesso in passato ho fatto riferimento ai modelli americani che vanno tenuti perchè fruttano. Ogni tanto mi è capitato di scherzare con Ceferin e dirgli: 'Se facciamo la Superlega non la faremo qui con te, andiamo da un'altra parte'. Quella che è la mia volontà è individuare un modello di sviluppo e crescita all'interno del sistema. Quello che deve rimanere è il dogma di poter vincere la propria massima competizione nazionale: deve rimanere".

Agnelli: "Il colpo Ronaldo? E' stata la prima volta che le due anime della società si sono trovate nell'investimento di singolo calciatore. Quella sportiva, c'è la consapevolezza di aver preso un valore aggiunto importante, e vederlo tutti i giorni lo conferma, in più chi gioca con lui sa di doversi guadagnare l'avere Ronaldo in squadra; quella commerciale, Ronaldo facilita la distribuzione mondiale. I bambini nel mondo vogliono vedere i supereroi, lui è uno di quelli. In più permette di colmare un gap italiano: la distribuzione delle partite e dei diritti italiani nel mondo. La Juve però non è solo Ronaldo, è un collettivo. CR7 è una ciliegia in qualcosa che è stato costruito un pezzo dopo l'altro, con pazienza, intelligenza e tanto altro. La crescita della Juve va valutata dal 2010 ad oggi: facile dire 'Ah, ma la Juve può', bisogna vedere da dove si è partiti".

Agnelli: "Se gioco a calcio? Solo con gli amici, un piccolo torneo tra di noi. Sono un giocatore di vigore, non avendo tanta tecnica dovevo compensare. Un Chiellini? Sì, in qualche modo. Sono un difensore che entra duro, pensate che sono stato espulso anche negli esordienti... (ride ndr)".