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Ma quale Superlega! In molti si saranno chiesti per quale motivo il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, abbia deciso di sfilarsi ufficialmente dal “pool” delle grandi potenze calcistiche europee le quali stanno progettando la messa in opera di un campionato al quale dovrebbero prendere parte soltanto le squadre che rappresentano il “top” del pallone a livello agonistico ed economico. Provando a immaginare la ragione della scelta operata dal massimo dirigente bianconero, mi piace pensare, in maniera un poco visionaria ma neppure troppo, che alla base vi sia la sua configurazione di un futuro slegato dal calcio il quale, di questo passo, lascerà ben poco spazio al genere umano con tutti i suoi relativi annessi e connessi.

Andrea Agnelli, imprenditore e uomo di mondo, probabilmente ha previsto che lavorare per un nuovo campionato diverso da quello attuale sarebbe soltanto una inutile perdita di tempo poiché lo scenario che si configura rispetto a un domani che, purtroppo, è già quasi oggi e non prevederebbe alcun tipo di attività umana diversa dalla lotta per la sopravvivenza della specie. Il tempo che ci rimane per rimediare in corner non è tantissimo. Più o meno venti anni prima di dover arrivare all’applicazione della fuga in massa dalla nostra vecchia Terra per non ritrovarsi arrostiti come sopra la griglia di un barbecue. A sostenere la tesi dell’Apocalisse prossimo ventura non sono i veggenti alla Nostradamus, ma gli scienziati di tutto il mondo i quali con dati inconfutabili alla mano invocano un radicale cambio di rotta ai governanti.

Il nemico numero uno dell’umanità si chiama surriscaldamento globale e non vuol dire che soffriremo maggiormente il caldo o che vivremo estati senza fine. Oggi la “febbre” del nostro pianeta è salita mediamente di mezzo grado e nei Paesi del Mediterraneo addirittura di uno. Quando e se dovessimo arrivare a due la catastrofe sarebbe totale e fatale per il genere umano costretto a tentare di sopravvivere a inondazioni causate dalla deglaciazione, a cicloni permanenti, a siccità, a carestie, insomma, all’inferno in terra. Venti anni sono niente in termini di tempo assoluto e a trovarsi in questa trappola mortale sarebbero i nostri figli e i nostri nipoti nel bel mezzo della loro esistenza.

Sembra incredibile che i padroni del mondo non abbiano seriamente a cuore questo che è il problema di tutti i problemi. Alcuni di loro, come Trump, al quale si è aggiunto ora il nuovo presidente brasiliano Bolsonaro, il quale di nome proprio fa addirittura Messias, hanno deciso di disattendere gli accordi di Parigi firmati da chi vorrebbe tentare di salvare il pianeta da una fine orribile. Ecco, rispetto a questo scenario scientificamente annunciato viene davvero da sorridere quando si osservano colori i quali operano per organizzare eventi anche sportivi distanti nel tempo di dieci o di venti anni. Altre dovrebbero essere le preoccupazioni.

Di qui, almeno lo immagino, il niet di Andrea Agnelli alla Superlega. Molto meglio, infatti, monitorare il robot terrestre “Curiosity” che sta lavorando su Marte per tentare di scoprire se mai sul pianeta rosso vi possa essere la possibilità di una eventuale colonizzazione terrestre. Male che vada potremo andare a giocare lassù.