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Alle idi di marzo del 44 avanti Cristo, Giulio Cesare cadde assassinato da ventidue coltellate infertegli dai congiurati. L’ultima, diretta al cuore, venne vibrata da Marco Bruto. Fu in quell’attimo che il dittatore romano pronunciò la celebre frase “Tu quoque fili mi”. Ieri, poco prima di mezzanotte, il calcio inteso come gioco e frutto della passione popolare più genuina ha subito la medesima sorte per mano di dodici “furfanti ideologici” che, nel nome del profitto, hanno stravolto le più elementari regole dello sport visto come patrimonio di tutti.

Il fendente mortale lo ha portato, direttamente al cuore, Andrea Agnelli, l’uomo il quale per nascita e per sacro dovere nel nome dei suoi antenati più prossimi avrebbe dovuto rappresentare il baluardo invalicabile per la difesa di un prezioso bene anche di Famiglia.

LUCIDO LADROCINIO - Esemplare il titolo con il quale, a tutta pagina, Tuttosport ha voluto dedicare è per il commento al progetto che prevede la creazione della Superlega. “Siete diventati pazzi?”, una domanda, pertinente e legittima, la quale sottintende una risposta precisa. No, non sono affatto ammattiti i Lorsignori del pallone. Sono semplicemente una banda di lucidi e sciagurati ladri di sogni i quali hanno deciso di depredare a scopo di lucro e di potere uno tra gli ultimi fenomeni positivi sui quali la gente poteva contare senza distinzioni di classe e senza barriere sociali. Privare i tifosi dell’opportunità e della gioia di assistere alle imprese dei più piccoli che sfidano i più grandi e che talvolta riescono a batterli è un’operazione schifosa che rasenta i confini della dittatura.

CHE DELUSIONE! - La cosa più sconcertante e vergognosa è che a capo del gruppo di congiurati o comunque una delle figure trainanti di questo autentico golpe sia stato il presidente della Juventus Andrea Agnelli. Quando lui ancora doveva venire al mondo, i patriarchi della sua dinastia fondarono quella che, negli anni, sarebbe diventata la bandiera nazionale e internazionale per il gioco del calcio, sottolineando almeno dieci volte e in rosso la parola gioco.

C'È UN LIMITE A TUTTO - È vero che i tempi cambiano e, con loro, le strategie aziendali a tutti i livelli. Ma è altrettanto vero che e fondamenta sulle quali si reggono la nostra società e il nostro modo di essere non possono essere demolite. Il calcio è sempre stato una colonna portante proprio perché il suo fascino consisteva nella sua semplicità e nella sua grande forza di farci sentire tutti uguali, almeno in partenza. L’Avvocato si starà rivoltando nella tomba di Villar e forse, con lui, anche il fratello Umberto padre di Andrea Bruto.

LO SCENARIO - La Superlega, come la prima edizione del bellissimo film “Rollerball”, sarà il modello del calcio usato cinicamente per accumulare denaro e non viceversa come accadeva ai tempi dei presidenti che spendevano in maniera talvolta scriteriata per soddisfare la loro gente. I dodici congiurati avranno nelle loro mani tutto e di più, lasciando le briciole al popolino che dovrà accontentarsi.

AVVERTIMENTO FINALE - Ma facciano molta attenzione Lorsignori perché, alla lunga ma neppure troppo, il missile nucleare che hanno lanciato potrebbe tornare come un boomerang e colpire le loro teste bacate dall’avidità. Perché dopo la quarta volta di, mettiamo, Juventus-Real Madrid i vecchi e veri padroni del calcio, cioè la gente, potrebbe stufarsi e cominciare a rimpiangere un antico ma verace Juventus-Parma.

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