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Comunque vada, le prossime settimane segneranno probabilmente una cesura mai vista prima nel rapporto tra Andrea Agnelli e la Juventus. Dagli imminenti sviluppi dell’inchiesta sulle infiltrazioni criminali nella curva bianconera, il campo di battaglia del numero uno del club si sposta d’un tratto a Nyon, negli uffici dell’Associazione dei Club Europei. Qui, in seno all’organizzazione che ha sostituito ormai da un decennio il disciolto G-14, il nome di Agnelli si fa largo con un peso specifico senza precedenti.

PRESIDENZA ECA - Karl-Heinz Rummenigge - amministratore delegato del Bayern Monaco e fondatore dell’ECA - ha già annunciato la propria intenzione di non candidarsi nuovamente per il ruolo di presidente dell’associazione, ruolo che ricopre dal 2008. Il 5 settembre a Ginevra andranno in scena le nuove elezioni, con Andrea Agnelli balzato improvvisamente in testa tra i membri dell’Executive Board. Dalla Spagna è infatti gradualmente scesa nelle graduatorie la candidatura di Josep Maria Bartomeu, numero uno del Barcellona. Tra meno di un mese, il presidente bianconero potrebbe insomma ricoprire la carica più alta nell’European Club Association, organismo che rappresenta 220 società in tutto il continente. Simbolo, da un lato, del sempre maggiore peso politico raggiunto dalla Juventus in Europa (due finali di Champions League in tre anni e stabilmente al quinto posto nel club ranking). Segnale, dall’altro, della lotta destinata a proseguire contro il Paris Saint-Germain di Al-Khelaifi, dopo l’investimento da 222 milioni di euro per Neymar e la minaccia di una denuncia alla UEFA da parte degli altri membri dell’ECA.

PROCESSO SPORTIVO - Ma appena dieci giorni dopo l’appuntamento di Ginevra, Agnelli assisterà alla sentenza nel processo sportivo sui rapporti con gli ultrà e la vendita dei biglietti. Uno spartiacque altrettanto importante che, secondo le indiscrezioni lanciate ieri da Dagospia, porterà con tutta probabilità alla squalifica di 3 anni del presidente della Juve. Il futuro - se lo scenario venisse confermato - vedrebbe Agnelli trattare con la Federcalcio per monetizzare la sanzione, convertibile in una multa che potrebbe raggiungere la soglia dei 10 milioni di euro. Nel frattempo, il numero uno della Vecchia Signora sarebbe impegnato in una trattativa altrettanto importante: quella con il cugino John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor. In sinergia con due fondi statunitensi, il tentativo di Agnelli punterebbe all’acquisto della società, valutata poco meno di 2 miliardi di euro. Ennesima frattura, stavolta decisiva, fra i nipoti dell’Avvocato. All’orizzonte c’è, com’è ovvio, sempre il club campione d'Italia: alle porte di una stagione in cui i bianconeri lotteranno per il settimo scudetto consecutivo, il ruolo dell’attuale presidente è atteso ad una svolta. Tra squalifica e totale controllo del club, il prossimo sarà un mese decisivo per il futuro della “Juventus di Agnelli”.