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Sarò un ingenuo o un idealista, ma mi piace immaginare che il presidente Andrea Agnelli sia andato Ibiza spinto da un desiderio giovanilista per farsi una nottata di movida piuttosto che per incontrare un intermediario nella trattativa con Icardi e la sua musa-manager Wanda.

Ricordo che una sola volta nella storia della Juventus – prima di Andrea che volò da Ronaldo - un presidente della società bianconera partì da Torino con direzione Sardegna per andare a casa di un calciatore. Si trattava di Giampiero Boniperti il quale finì in missione sull’isola per tentare di convincere Pietro Paolo Virdis a trasferirsi. Il giovane bomber emergente, infatti, non voleva saperne di lasciare la sua terra e soprattutto sua madre.

Il padre di Andrea, Umberto, e soprattutto lo zio, Gianni, non si sono mai mossi per andare a trattare con un possibile nuovo acquisto neppure quando tenevano moltissimo al loro arrivo. Giancarlo Antognoni e Gigi Riva, sogni irrealizzati dell’Avvocato, si presentarono a villa Frescot e non viceversa. Lo stesso Platini, a suo tempo, partì da Parigi per raggiungere Torino e per discutere con Gianni Agnelli. Non significa, questo, “omaggio al re” ma molto più semplicemente osservanza di un certo copione e di rispetto dei ruoli.

In questo caso, però, oltre a una questione di forma esisterebbe soprattutto quello della sostanza. Con il suo viaggio a Ibiza e con un possibile incontro, a mio avviso del tutto fuori luogo, Andrea Agnelli potrebbe certificare per Mauro Icardi un’importanza che non possiede. Un giocatore in ostaggio del business per interposta persona che anche sul campo non ha mai dimostrato di essere un fenomeno. Conte e Marotta lo hanno scaricato come un vuoto a perdere. E forse proprio questo potrebbe aver stuzzicato la fantasia del presidente bianconero, il quale è un eccellente dirigente ma anche parecchio umorale e permaloso. 

Insomma, se proprio avesse voluto farsi un viaggio di vacanza-lavoro Agnelli avrebbe potuto allungare le ore di volo è andare a New York per incontrare il nuovo presidente della Fiorentina, Commisso, e tentare di convincerlo a cedere Chiesa. L’unico attaccante autentico da affiancare con successo, sportivo ed etico, a Ronaldo.