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Alex Santisteban, agente e intermediario di Huijsen, parla così a Tuttosport. 

L'INCONTRO - "La prima volta l'ho incontrato a novembre 2017, a Malaga: era già fortissimo, dominante sotto tutti gli aspetti. Aveva 12 anni, volevamo già fare in modo che facesse parte di Aim Futbol, la nostra agenzia, ma all'inizio suo padre Donny, che è stato un calciatore professionista, non voleva dare la procura del figlio. Poi ci siamo conosciuti meglio ed è caduto il muro di giusta diffidenza che si era creato. Abitavamo entrambi a Marbella, per cui finalmente a giugno 2020 il padre mi chiama per iniziare una collaborazione poi concretizzata ad agosto: siamo grati a tutti loro per la lealtà e la fiducia che ci hanno dimostrato nel corso del tempo".

INIZIO - "Ci siamo parlati ed è stato bello: gli ho detto “ti esploderà il telefono di messaggi e chiamate”. Boom: cellulare impazzito! Lui mi ha subito mandato un cuore e delle faccine felici pochi minuti dopo l'esordio, io l'ho chiamato lunedì. Si sta godendo il momento, con la consapevolezza che questo sia solo l'inizio". 

PRIMA SQUADRA - "Persino Jordi Cruijff, quando era ancora un dirigente blaugrana, si era mosso in prima persona per arrivare a Dean. Noi però abbiamo preferito la Juventus al Barcellona o al Bayern Monaco per due motivi. Il primo riguarda la chiarezza del club bianconero: impressionante, hanno avuto un'accuratezza chirurgica nel capire il tipo di carriera che avrebbe potuto fare il giocatore. Avevano in mente tutto per Dean, passo dopo passo. La Juventus aveva un progetto per Huijsen e ci siamo subito innamorati. E poi il ragazzo voleva confrontarsi con il campionato italiano, ideale per far crescere un difensore tecnicamente e tatticamente: la Serie A è come un master per i difensori. Come può essere il Barcellona per una mezzala o il Real Madrid per un fantasista. Lui si ispira a Chiellini, Sergio Ramos, Van Dijk e De Ligt: gli auguro di seguire le loro orme". 

TOGNOZZI - "Chi è da ringraziare? Matteo Tognozzi, il responsabile dell'area scouting, è la persona che più di tutte è stata capace di gestire Dean a tutto tondo. In pieno periodo Covid venne a vedere una gara del settore giovanile: Malaga-Granada. Ha fatto di tutto per esserci, è rimasto persino due giorni in più in Spagna perché bloccato da una tempesta di neve in aeroporto. Aveva capito che si era creata l'occasione perfetta per il giocatore giusto, così prima ha fatto innamorare il ragazzo della Juventus e poi si è occupato della famiglia. Huijsen gli deve tanto. Ma anche Manna, Scaglia e Montero da allenatore dell'Under 19 sono stati fondamentali per lui". 

CON ALLEGRI - "Ottimo, molto professionale. Il mister lo guida su tutto. Cerca di spronarlo a crescere, a migliorare giorno dopo giorno. Il fatto che lo abbia portato negli Stati Uniti era già un ottimo segnale, poi il ragazzo ha lavorato bene e ora raccoglie i frutti".

CONTRATTO - "Abbiamo preferito dare fiducia a chi ha creduto sul ragazzo da subito, in tempi non sospetti. La Juventus ha sempre mantenuto la parola, si è sempre comportata in maniera esemplare, persino quando prese il ragazzo dal Malaga: nonostante fosse un potenziale parametro zero, hanno voluto riconoscere al club spagnolo un importo più alto del premio di addestramento. Abbiamo scelto di non andare via, nemmeno in prestito, perché siamo sicuri che la Juventus abbia un piano chiaro: ce lo stanno dimostrando. Ora Dean deve spingere, pensando solo al campo".